Google ti ascolta dal cellulare, sempre: non è una pratica illegale | Gli hai dato tu il consenso
Il tuo cellulare ti ascolta sempre, e Google non sta violando nessuna legge: sei stato tu a dare il consenso senza saperlo.
Proteggere la nostra privacy è diventata una vera sfida oggi, con tutti gli smartphone e dispositivi connessi che ci circondano. Senza rendercene conto, lasciamo tracce digitali ovunque: dalle app che apriamo alle ricerche che facciamo su Internet, ogni cosa contribuisce a costruire un “profilo digitale” di noi stessi.
Una cosa che ormai quasi tutti hanno sperimentato è la pubblicità mirata. Basta cercare o anche solo parlare di un prodotto, e boom! dopo poco ci ritroviamo gli annunci proprio di quell’articolo sul telefono. Questo sistema si chiama marketing mirato: in pratica, raccoglie informazioni su di noi per inviarci pubblicità personalizzata.
Ma come fanno esattamente le aziende a ottenere tutte queste informazioni? La risposta è in quei piccoli permessi che spesso concediamo senza pensarci troppo, magari mentre scarichiamo una nuova app o attiviamo un servizio. Ogni volta che consentiamo l’accesso al microfono, alla posizione o alla fotocamera, lasciamo entrare nel nostro mondo digitale delle app che possono monitorare molte delle nostre attività. E di solito accettiamo questi permessi senza fermarci un attimo a leggere cosa stiamo davvero autorizzando.
La buona notizia? Con un po’ di attenzione e qualche accorgimento, possiamo fare molto per tutelare la nostra privacy. Sia gli smartphone che gli account online offrono parecchie opzioni per limitare la raccolta di dati e controllare quali informazioni vogliamo condividere. Basta dare un’occhiata alle impostazioni e assicurarsi che ogni app abbia solo gli accessi necessari. Con qualche semplice modifica, si può vivere il digitale in modo più tranquillo e sicuro.
Gestire i permessi per proteggere la privacy
Il primo passo per tutelare la privacy online è imparare a gestire i permessi delle app. Su un dispositivo Android, ad esempio, si può andare nelle impostazioni e controllare ogni singola applicazione. Disattivare l’accesso al microfono, alla fotocamera o alla posizione per le app che non lo richiedono davvero è un’ottima abitudine per mantenere sotto controllo i dati personali.
Anche le impostazioni del proprio account Google meritano attenzione. Da qui si può scegliere quali attività salvare e quali no, come bloccare la registrazione delle ricerche o disabilitare la cronologia dell’audio. Ridurre la registrazione delle nostre attività significa limitare la raccolta di dati, e quindi anche la pubblicità personalizzata che deriva da queste informazioni.
Come disattivare l’ascolto automatico del microfono
Se vuoi bloccare l’accesso automatico al microfono, basta fare qualche semplice passaggio. Apri l’app di Google, vai sul tuo profilo e seleziona “Account Google”. Da lì, entra nella sezione “Dati e privacy” e disattiva l’opzione che consente la registrazione audio nelle cronologie. Con pochi clic, puoi ridurre la raccolta di informazioni sensibili e tenere le tue conversazioni più private.
Un ulteriore accorgimento è quello di rivedere anche i permessi delle altre app che potrebbero accedere al microfono. Alcune richiedono l’accesso solo al primo avvio, ma questo non vuol dire che non possano riattivarlo in background. Disattivare i permessi non essenziali per tutte le app riduce il rischio che qualcuno possa ascoltare, permettendoti di usare il tuo smartphone in modo più sicuro e consapevole.