Gli affari in Russia di Google sembrano sull’orlo del baratro tanto che l’azienda statunitense è vicina al fallimento. A creare questa situazione di grande difficoltà sono le continue sanzioni del paese a tutte le imprese straniere operanti sul suo territorio. Così come l’Europa sta continuando a vare un ampio numero di pene, allo stesso modo la Russia si è preparata ad agire con i paesi considerati a lei ostili. Non sono state risparmiate le grandi aziende del settore tecnologico che hanno dapprima cercato di mantenere le proprie attività e poi si sono dovute arrendere alle difficoltà sempre crescenti.
Le informazioni sulla vicenda Google appaiono piuttosto confuse e lacunose, come spesso accade durante questa guerra. L’agenzia di stampa Reuters aveva riportato una notizia rilasciata da una televisione di stato. Stando alle dichiarazioni russe, le autorità avevano sottratto circa 1 miliardo di rubli alla sussidiaria russa, pari circa a 15 milioni di dollari. Per di più Google aveva già subito un altro provvedimento nei mesi passati a causa di alcune attività su YouTube dichiarate illecite dallo stato russo.
L’ultima azione è stato, appunto, il blocco del conto corrente, tramite il sequestro dei beni fiscali. Di conseguenza, la difficoltà della società a mantenere attive le proprie funzioni anche a causa del fatto che senza la liquidità del conto non è in grado di onorare le buste paga dei propri dipendenti né di pagare i fornitori. Una situazione estremamente complessa che ha costretto Google a ritirarsi dalla Russia.
A valle delle sue dichiarazioni Google ha voluto però rassicurare i cittadini russi sulla prosecuzione di parte dei suoi servizi. Infatti, i servizi gratuiti come la ricerca, YouTube, Gmail, Maps, Android e Play Store continueranno a funzionare come di consueto. Tuttavia, se fosse confermata la banca rotta, Google sarebbe la prima tra le big tech a lasciare la Russia senza una sua rappresentanza. Anche le altre aziende avevano interrotto i propri servizi ma nessuna, finora, aveva ancora chiuso i propri uffici di rappresentanza. Con questa azione sarebbe circa un centinaio gli impiegati che finirebbero inoccupati a causa del conflitto in Ucraina.
Monitoreremo sicuramente l’evolversi della situazione anche in caso di possibili cambi sul fronte dei servizi offerti. Potrebbe accadere, infatti, che dopo lo spegnimento dei servizi pubblicitari Google Ad, l’azienda possa decidere di sospendere anche altri canali mantenuti finora aperti. C’è da aspettarsi qualunque scenario a seguito del conflitto in Ucraina essendo la natura di questi eventi estremamente imprevedibile.