Una notizia molto interessante quella annunciata da Google sulle proprie pagine in cui si schiera contro le fake news sui cambiamenti climatici. Solo poche settimane fa aveva già deciso di bloccare contenuti legati a movimenti no-vax presenti su YouTube. Ora un altro passo per una più corretta fruizione delle notizie e limitare il dilagare di informazioni false o fuorvianti.
L’argomento, come accennato, è quello dei cambiamenti climatici che molto spesso sono al centro di dibattiti fra fazioni di pensiero completamente opposte, nonostante l’ampia presenza di conferme da parte della comunità scientifica.
La decisione proveniente da Google sembra essere di ragione economica e legata al business della pubblicità. Stando alle dichiarazioni, nella pagina ufficiale, i creatori di contenuti che utilizzano Google nonché tutte le aziende che si avvalgono della sua pubblicità, si sono lamentati di non voler più apparire a fianco di informazioni legate a fake news sul clima.
Google parla, in modo di particolare, di notizie deliberatamente false ma anche di informazioni che neghino che il clima del pianeta stia subendo un riscaldamento o che l’attività umana sia uno dei fattori responsabili del cambiamento climatico. In questa opera, Google si è avvalsa dell’assistenza di esperti scientifici per definire la politica che verrà usata nella selezione dei contenuti. L’azienda, tuttavia, assicura che verrà sempre lasciato spazio a informazioni relative a dibattiti sul clima mentre saranno oggetto di rimozione quelle che affermano fatti falsi.
Il meccanismo, che entrerà in funzione nei prossimi mesi, sarà in parte regolato da sistemi di riconoscimento automatico e in parte, da processi di revisione umani.
La campagna promossa da Google a favore della rimozione delle fake news è solo una porzione di una più ampia attività svolta da service provider e social network. Il web è nato come un posto libero ma con il passare degli anni e l’avvento di una digitalizzazione sempre più spinta si è rilevato anche una fonte di estrema frammentazione dell’informazione. Tanto che riuscire a distinguere ciò che è vero da ciò che è falso risulta estremamente complicato.
Infatti, se ad un’analisi superficiale la scelta di Google potrebbe suonare anche come una limitazione, è anche vero che essere soggetti a quella che è definita una infodemia, può risultare una minaccia per i cittadini e le istituzioni. Lo stesso fondatore del WWW (World Wide Web), Tim Barners-Lee, a distanza di 25 anni dalla prima pagina web, si era reso promotore di una campagna mondiale per salvare il web. Una sorta di Magna Charta per proteggere i fruitori della rete da informazioni false, odio e pregiudizi.
Come navigatori del web, possiamo essere attenti nell’informazione, cercando di valutare la notizia ed evitare di promuoverla e renderla virale in caso di dati falsi o fuorvianti. In particolare, è importante cercare di trovare, laddove è possibile, la fonte autentica di una notizia per evitare di incappare in informazioni false che circolano in rete, via via ingrandendosi. Nel caso ci siano ancora dubbi, facciamo ulteriori ricerche e proviamo a individuare commenti di autori esperti in materia che sostengano o meno la tesi che abbiamo letto. Infine, prendiamoci del tempo per leggere con attenzione tutto il testo senza soffermarci in titoli accattivanti o solo in porzioni di informazioni.