Google saluta i cookies e rivoluziona la profilazione degli annunci
La profilazione degli annunci e i cookies sono un business che solo per Google vale 150 Miliardi l’anno. Una violazione della privacy inquietante. La pubblicità online che si alimenta schedando gli utenti e seguendoli ovunque su internet attraverso i minacciosi cookies. A Gennaio Google comunicava l’intenzione di voler rimpiazzare i cookies. L’obiettivo è affrontare le preoccupazioni degli utenti relativamente al tracciamento online, ma al contempo ne solleva di nuove.
Google e i cookies per la profilazione degli annunci: ridiscutere un business basato sulla sorveglianza
Gli utenti sono classificati in gruppi basati sui loro comportamenti online. La classificazione avviene per mezzo del Machine Learning. Il sistema crea un identificativo “ ID” per ogni gruppo. L’ID verrà condiviso dal browser ai siti visitati e alle aziende pubblicitarie. Ad essere condivisa non è la cronologia delle pagine web ma un numero univoco generato dalla sua elaborazione. Il codice rappresenta un gruppo di persone la cui identità è la somma di tutti i siti visitati di recente.
Le critiche del web
Da mesi attraverso la piattaforma pubblica GitHub sono stase sollevate molte perplessità. Ad esempio ci si chiede come si affronta il problema della dei bias discriminatori dell’intelligenza artificiale. Esporre le preferenze degli utenti li fa diventare facile preda di attacchi: se un criminale vuole adescare specifiche categorie di utenti potrea farlo in modo più economico e purtroppo anche scalabile.
Questa tecnologia non prevede la capacità di decidere “quale” sito ha accesso a “quali” informazioni. Se l’utente ha una patologia e si informa in rete il suo l’ID potrebbe includere informazioni sulla sua patologiae. Le informazioni sarebbero disponibili a tutti i siti visitati. E come sottolinea, Steven Englehardt, Privacy Engineer in Mozilla, l’utente potrebbe non volere che ogni sito conosca stato di salute e preferenze sessuali.
EFF: “Non vogliamo scegliere tra 2 tipi di sorveglianza diversi. La privacy deve essere un’opzione”
Dalle analisi svolte dagli esperti di Electronic Frontier Foundation nascono delle serie perplessità al sistema FloC. Ogni utente sarebbe comunque tracciato da Google. Per verificare che il sistema non generi in automatico piccoli gruppi ristretti di utenti facilmente identificabili. Oppure gruppi basati su caratteristiche troppo sensibili come ad esempio la salute mentale. Questa criticità verrebbe affrontata da un servizio centralizzato che quindi processa tutte le informazioni personali degli utenti quali razza, reddito, genere, religione e salute.
Due problemi principali, secondo EFF:
- L’impronta univoca: ogni browser è identificabile in modo univoco perché invia spontaneamente alcuni dati relativi al dispositivo utilizzato. Questo è un problema noto da molto tempo e questi dati possono essere combinati assieme all’ID univoco di FLoC consentirebbe ai pubblicitari di avere una notevole accuratezza nell’identificazione dell’utente.
- Ingegneria Inversa. L’ID creato è determinato (anche) dai siti visitati. Sarebbe possibile, secondo EFF, che si crei un algoritmo per creare tutti i possibili codici e quidi ipotizzare con più accuratezza i siti consultati.
Se l’utente fa il login in un sito è viene collegato l’ID pubblicitario. È quindi possibile capire che tipo di persona è l’utente. Ad esempio un gruppo può rappresentare opinioi politiche, razza, genere e altri dati sensibili.
FLoC si basa su l’intelligenza artificiale, Hash, statistica e K-anonimato. Parlare di questo tema è estremamente complesso ed è naturale chiedersi come gli utenti daranno il loro consenso non conoscendo a fondo le criticità del sistema. In tutte le tecnologie ci sono delle falle. Trovarle è complesso ed è difficile che vengano risolte tutte. Rimediare a errori di design che si ripercuotono sulla privacy degli utenti dopo la sua adozione potrebbe non essere la priorità di Google. FLoC inizierà ad essere usato ad Aprile di quest’anno. Al momento non si ha notizia, ma ci sarebbe davvero l’esigenza, di un modo per opporsi in todo alla profilazione che sia tramite FLoC o cookies.
Articolo a cura di Dario Puligheddu