Google, già da tempo impegnato nella lotta contro le fake news, ha rilasciato ieri un nuovo aggiornamento chiamato Helpful Content che va ad arricchire l’algoritmo di ricerca. L’update mira a fornire all’utente i contenuti più affidabili sul web, penalizzando quelli con titoli clickbait e le bufale.
Saranno soprattutto i primi a subire l’ira del motore di ricerca: tutti gli articoli con titoli che non ne rispecchiano il contenuto saranno posizionati più in basso rispetto agli altri. L’obiettivo di Google è limitare la circolazione di notizie false e ridurre episodi di “panico” sul web causati da titoli fuorvianti.
“Helpful Content”, ovvero “contenuti utili”: Google ha battezzato così l’ultimo aggiornamento del motore di ricerca per limitare le fake news. Il nuovo algoritmo premierà quei siti che producono contenuti soddisfacenti e utili per l’utente; saranno invece penalizzate tutte le piattaforme che mirano solo a conquistare views e offrono informazioni fallaci o inutili.
In particolare saranno i siti che propongono con insistenza titoli cosiddetti “clickbait”, ovvero creati appositamente per attirare visitatori. Sono soprattutto i siti di gossip a realizzare questi titoli: il loro obiettivo è generare scandalo con frasi estrapolate dal contesto e che non riflettono il reale contenuto dell’articolo.
Google chiede a chi pubblica articoli e manuali di produrre contenuti people-first, pensati per le persone e non per i motori di ricerca. Ciò significa creare articoli e manuali che soddisfino i bisogni degli utenti e forniscano valore aggiunto. L’azienda ha stilato alcuni punti fondamentali da seguire per migliorare il posizionamento e rispettare le regole del nuovo algoritmo:
Google non ha mai avuto e non avrà mai pietà per le fake news. Lo scorso anno Big G si era schierato contro le notizie false riguardo il clima, bloccando contenuti fuorvianti riguardo i cambiamenti climatici. Prima ancora l’azienda aveva bloccato, su YouTube, alcuni video di no-vax colpevoli di creare disinformazione sui vaccini contro il coronavirus.
Il problema delle notizie false si è intensificato nell’ultimo decennio e in particolare negli ultimi anni. Accedere a internet e produrre contenuti è diventato sempre più semplice, al punto che chiunque può esporsi e raggiungere milioni di persone diffondendo informazioni false e notizie prive di ogni fondamento. Gli algoritmi sono migliorati nel corso degli anni, ma individuare contenuti falsi continua a essere una sfida non da poco per il machine learning.
L’update di Google è attivo da ieri, anche se il roll out sarà graduale. L’aggiornamento diventerà pian piano disponibile per tutte le lingue, e preferirà soltanto i contenuti davvero utili. L’azienda ha aggiunto un nuovo “segnale” all’algoritmo di ricerca già esistente per classificare i risultati e ordinarli. Google, per ora, non ha reso noto il funzionamento dettagliato dell’update.
Molti siti dovranno rivedere i propri contenuti e modificare la loro politica di pubblicazione. Le piattaforme con titoli clickbait subiranno un enorme affossamento nei risultati di ricerca, finendo tra gli ultimi o, in alcuni casi, venendo addirittura oscurate. Ma cosa succede se un sito è stato classificato come non affidabile e volesse ritornare tra i primi risultati, aggiustando il tiro degli articoli?
Come spiega Google, l’algoritmo controlla costantemente le nuove e le vecchie piattaforme, ricalcolando il punteggio assegnatogli. Un sito può quindi ripristinare il suo “status” nel lungo termine, ma dovrà essere costante nel pubblicare contenuti di valori ed evitare titoli clickbait e fake news.