Google conferma il raggiungimento della “supremazia quantistica”
Un mese fa leggevamo dei leak che vedevano come raggiunta la “supremazia quantistica” da Google. Si trattava di un leak poichè la notizia in questione fu rimossa dopo pochissimo tempo, ma ovviamente non è scappata dagli occhi degli utenti del web.
A controbbattere questa notizia si è aggiunta IBM nelle scorse ore, mettendo in discussione il risultato raggiunto da Google. Ma in un paper pubblicato su Nature, Google ha affermato, e quindi ufficializzato, di aver raggiunto il tanto atteso traguardo della “supremazia quantistica“, ossia un computer quantistico è riuscito a svolgere un calcolo che su un supercomputer tradizionale impiegherebbe una quantità di tempo incredibilmente esagerata.
I dettagli di questo traguardo
Google ovviamente non si è fatta attendere nel rispondere a IBM, affermando che:
“Ci siamo già allontanati dai computer classici, su una traiettoria completamente diversa. Accogliamo con favore le proposte per far avanzare le tecniche di simulazione, anche se è fondamentale testarle su un vero supercomputer, come abbiamo fatto noi”.
I dettagli del calcolo sono quelli già noti e discussi un mese fa e, per farla breve, si parla di un calcolo matematico che il miglior supercomputer attuale, Summit, completerebbe dopo 10.000 anni, mentre il computer quantistico di Google, basato sul processore quantistico Sycamore con 53 qubit, ha impiegato invece 200 secondi.
L’annuncio è stato paragonato dagli scienziati al primo volo aereo dei fratelli Wright nel 1903, ossia come una prova che “qualcosa è davvero possibile anche se potrebbero passare anni prima che si possa realizzare il suo potenziale”, scrive il New York Times.
Secondo gli studiosi, i computer quantistici potranno un giorno dare vita a intelligenze artificiali altamente evolute, e allo stesso tempo sconfiggere facilmente i sistemi crittografici moderni (vedi RSA) e, per questo motivo, non solo le aziende, ma anche gli stati stessi stanno facendo del quantum computing una vera priorità.
Ciò non significa che i computer quantistici diventeranno tutto d’un tratto d’uso comune, richiedendo comunque un ambiente estremamente controllato, anche se IBM ha gettato le basi per un primo computer quantistico commerciale.