Github rimuoverà la terminologia “master/slave” dalla piattaforma

In seguito al movimento Black Lives Matter, GitHub e altri colossi della tecnologia sono pronti a cambiare termini ampiamente diffusi come “master/slave” e “blacklist/whitelist. L’obiettivo di GitHub è quello di non consolidare concetti che possano richiamare, o addirittura legittimare comportamenti razzisti.

A confermarlo è stato lo stesso CEO della piattaforma open source, Nat Friedman, che in un tweet ha dichiarata che stanno lavorando per modificare la propria terminologia:

https://twitter.com/natfriedman/status/1271253144442253312

Aria di cambiamento in casa GitHub

GitHub
Nat Friedman. Credits: TechCrunch

L’annuncio è arrivato in risposta a un tweet dalla sviluppatrice di Google Chrome, Una Kravets, che ha suggerito alla piattaforma proprietà di Microsoft di guidare la carica nel rinominare la propria terminologia da “master” a “main“. Altri termini potrebbero essere default, primary o root. Su GitHub, “master” viene utilizzato per identificare il ramo principale di un progetto da cui è possibile apportare modifiche e creare altri rami che poi potranno essere integrati in quello principale.

“Se anche una sola persona si sente meno isolata e a disagio, perché non apportare il cambiamento?” ha anche scritto Kravets su Twitter. “Alla comunità tecnologica mancano già voci nere e latine”.

GitHub è utilizzato da più di 50 milioni di sviluppatori che caricano il proprio codice sorgente, rendendolo scaricabile dagli utenti. Questi ultimi possono interagire con lo sviluppatore tramite un sistema di issue tracking, pull request e commenti che permette di migliorare il codice del repository risolvendo bug o aggiungendo funzionalità.

GitHub fornisce anche altri servizi, come Gist, ma che mette a disposizione strumenti per creare repository individuali e per le pagine web che possono essere modificate tramite un repository di Git, un servizio di hosting ed una piattaforma di statistiche sui siti web.

Non solo GtiHub nella lotta alla terminologia

Il sistema operativo mobile Android, il linguaggio di programmazione Go, la libreria PHPUnit e il servizio Curl sono intenzionati a sostituire “blacklist/whitelist” con alternative neutre, ad esempio “allowlist/blocklist”. Allo stesso modo, il gestore di archiviazione file OpenZFS ha anche sostituito i termini “master/slave” utilizzati per descrivere le relazioni tra ambienti di archiviazione con sostituzioni adeguate.

Nel 2018, Python, aveva fatto la mossa, rimuovendo i termini “master” e “slave” dal suo linguaggio di programmazione. Ciò ha portato a un dibattito tra gli sviluppatori, con molti d’accordo sul fatto che “slave” dovrebbe essere rimosso ma che il termine “master” non era offensivo.

Questo cambiamento potrebbe creare confusione tra i programmatori che usano più di queste piattaforme che hanno aderito al movimento. Infatti, Maya Kaczorowski, product manager di Github, sta cercando di sollecitare il settore a utilizzare una terminologia uniforme, ma potrebbero esserci alcune persone che si opporranno alla tendenza.