FISCO, stanno facendo di tutto per acchiapparti | Ora i controlli arrivano su WhatsApp: basta una virgola sbagliata e sei fregato

Controlli digitalizzati del Fisco (Canva) - systemscue.it
D’ora in poi, se dovessero risultare incongruenze fiscali a tuo carico, nei vari controlli, il Fisco potrà utilizzare le tue chat WhatsApp.
L’evasione fiscale è un fenomeno diffuso, che consiste nel mancato pagamento delle imposte dovute allo Stato. Comportamento che può avvenire attraverso la dichiarazione di redditi inferiori, rispetto a quelli reali; e/o l’omissione di fatturazioni (come anche l’utilizzo di conti esteri), per occultare i capitali.
Le cause dell’evasione fiscale, son comunque molteplici, e variano da Paese a Paese. E fra i principali fattori, si possono citare l’eccessiva pressione fiscale; la scarsa fiducia nelle istituzioni; e la percezione di inefficienza, nella gestione delle risorse pubbliche. Elementi spingenti, alcuni contribuenti, a eludere quindi il fisco per trattenere maggiori guadagni.
Non a caso, le conseguenze dell’evasione son gravi, e si ripercuotono sull’intera collettività. Con la riduzione delle entrate fiscali, che limita gli investimenti in servizi essenziali come sanità, istruzione e infrastrutture, aumentando le disuguaglianze sociali. Inoltre, l’evasione crea una concorrenza sleale fra le imprese, favorendo chi invece non rispetta le regole.
Per contrastarla, perciò, i governi adottano misure di controllo, nonché sanzioni più severe; promuovendo anche strumenti digitali, per una maggior tracciabilità dei pagamenti.
I controlli fiscali
I controlli fiscali della Guardia di Finanza, rappresentano una delle principali preoccupazioni per i contribuenti. Accertamenti, questi, che possono scattare per diversi motivi: come l’anomalia nei redditi dichiarati, finché non arrivano segnalazioni specifiche. Difatti, negli ultimi anni, con l’evoluzione tecnologica persino i dati digitali hanno assunto un ruolo centrale, nei controlli. In particolare, le conversazioni su app di messaggistica come WhatsApp, le quali possono esser utilizzate come prove documentali. Aprendo, dunque, nuove possibilità di verifica per l’Agenzia delle Entrate, e la Guardia di Finanza.
WhatsApp, come sappiamo, è l’app di messaggistica più usata al mondo, e vien quotidianamente impiegata per scambiare messaggi, foto, documenti e note vocali. Tuttavia, siffatte conversazioni possono contenere informazioni rilevanti proprio per il Fisco. Ragion per cui, secondo la sentenza n. 1254 del 18 gennaio 2025, della Corte di Cassazione, i messaggi WhatsApp possono esser considerati prove valide a tutti gli effetti, in caso di accertamenti fiscali. A meno che, la loro autenticità non venga contestata dal soggetto coinvolto.

Condizioni di utilizzo
Affinché, quindi, i messaggi WhatsApp possano esser considerati prove legali, è necessario che provengano da un dispositivo identificabile, e non siano stati alterati. Persino gli screenshot delle conversazioni, possono esser acquisiti come documenti fiscali: seppur il contenuto originale, sia stato cancellato dall’utente. Inoltre, già nel 2023 la Corte Costituzionale aveva stabilito che l’acquisizione di messaggi WhatsApp (estratti da un dispositivo sequestrato), non rientra fra le intercettazioni illegali.
La Guardia di Finanza ha, nello specifico, il compito di effettuare ispezioni approfondite, e grazie alle tecnologie digitali, analizzare non solo documenti cartacei, ma anche file presenti, appunto, su dispositivi elettronici. La Commissione Tributaria di Trento, ne ha confermato la legittimità, durante le verifiche fiscali; mentre la circolare n. 1 del 2018, della Guardia di Finanza, ribadito che, nel corso di controlli, possono esser ispezionati smartphone e computer, rendendo così WhatsApp – e altre app di messaggistica – strumenti chiave, nell’individuazione di eventuali irregolarità fiscali.