È l’ennesima fine del Bitcoin? – Quantum Computing
Più volte all’anno, da quando sono stati creati i Bitcoin, sentiamo parlare della loro fine, e di milioni di investitori che perderanno i loro soldi. In sette anni, la moneta è stata dichiarata morta più di 100 volte, secondo le statistiche di BitcoinObituaries.
In realtà i Bitcoin sono allegramente sopravvissuti ad enormi cali di valore, attacchi hacker, disgregazioni delle community al loro supporto e falsi miti.
Ma rimane un ultimo ostacolo da superare: il quantum computing.
Quantum Computing e Sicurezza
Teorizzati nel 1982 da Richard Feynman, i computer quantistici stanno diventando solo in questi ultimi anni una realtà, prototipati con l’impegno di Google, IBM, CIA e NASA.
Fin da subito scienziati, matematici e ingegneri ne hanno compreso i potenziali pericoli per l’attuale crittografia. Ma con i computer quantistici, arriveranno anche i colpi di grazia alla nostra criptovaluta preferita.
“Il Bitcoin non è sicuramente a prova di quantistica, e svanirà non appena apparirà il primo computer quantistico.”
– Andersen Cheng, Post Quantum.
Se non conoscete ancora le potenzialità dei computer quantistici, vi consigliamo di leggere la nostra serie di articoli, e di provare il primo computer quantistico pubblico.
Bitcoin, Blockchain e Crittografia asimmetrica
Il Bitcoin è basato sulla cifratura asimmetrica: ogni utente possiede una chiave privata e una pubblica; quando vuole ricevere un Bitcoin, condivide la sua chiave pubblica con l’utente che deve effettuare il pagamento, in modo che egli possa cifrare le monete corrispettive all’importo, che per essere spese, successivamente, dovranno essere decifrate con la chiave privata corrispettiva, conosciuta solo dal destinatario del pagamento. In questo modo si garantisce la proprietà sulle monete.
Se un altro utente fosse a conoscenza della chiave privata di un utente, potrebbe tranquillamente spendere tutto il suo denaro virtuale. In poche parole, chi possiede la chiave privata relativa ad una moneta, ne è il proprietario.
Questo metodo si basa quindi sulla sicurezza semantica della cifratura asimmetrica: il metodo non è teoricamente sicuro, in quanto esiste un algoritmo per ricavare la chiavi private da quelle pubbliche, ma ad oggi, con il computing tradizionale e i supercomputer più potenti, non è possibile ricavarle in tempi ragionevoli, quindi si dice che il metodo è semanticamente sicuro.
Uno dei primi algoritmi quantistici teorizzati, è però proprio quello con il quale in breve tempo, data una chiave pubblica, ne si ricava quella privata.
Questo è il motivo per cui crittografia asimmetrica e Bitcoin non sono a prova di computer quantistici.
In pochi minuti, chiunque potrebbe ricavare le chiavi private di molti utenti, e quindi spendere i loro risparmi. Nel momento stesso in cui verrà reso disponibile un vero computer quantistico, il sistema Bitcoin crollerà, in quanto non si potrà più garantire la proprietà delle monete, caratteristica fondamentale.
Non si può sapere quando verrà progettato e reso disponibile un computer quantistico in grado di rompere la crittografia asimmetrica, ma ogni giorno che passa si è più vicini. I computer quantistici sono già per molti aspetti il presente.
Come abbiamo già spiegato nell’articolo dedicato alla crittografia, i computer quantistici non segneranno la fine della crittografia come pratica, ma semplicemente la fine della crittografia con gli standard che conosciamo. Ci sarà (o c’è) bisogno di nuovi standard di sicurezza, nuovi protocolli, nuovi metodi di crittografia. L’arrivo dei computer quantistici non segna solo l’arrivo di una nuova tecnologia per rompere la crittografia, ma anche l’arrivo di una nuova tecnologia per fare crittografia.
L’obiettivo è quindi teorizzare la crittografia quantistica, che avrà una nuova sicurezza semantica.
Il problema, per quanto riguarda quindi i Bitcoin, sarà quello di integrare questa nuova crittografia quantistica nel sistema Blockchain, alla base della moneta.
Ciò di cui si può essere certi, è che per integrare il sistema Bitcoin con una crittografia quantistica, sarà necessario che i computer quantistici siano già ad un livello molto elevato di commercializzazione: se da una parte, per mettere in crisi il Bitcoin basta un solo Hacker con in mano un computer quantistico per qualche ora, dall’altra, per metterlo in sicurezza, serve che la computazione quantistica sia in mano a centinaia di migliaia di utenti per 24h ore al giorno. Il sistema Blockchain è infatti un sistema peer-to-peer, e come tale basa la gestione e la sicurezza sulla sua rete di utenti (miners), ognuno dei quali esegue controlli.
Questo crea un grosso gap temporale tra il momento in cui i Bitcoin verranno messi in crisi e il momento in cui si disporrà della tecnologia per rimetterli in sicurezza.
Il sistema Blockchain, alla base del Bitcoin, è dunque impossibile da salvare in breve tempo dalla quantistica. Cambiare sistema in corso d’utilizzo risulta anch’esso impossibile, e in ogni caso renderebbe il Bitcoin non più Bitcoin.
La conclusione è quindi che quando esisterà un computer quantistico in grado di rompere la crittografia asimmetrica, e quando ci sarà anche solo la remota possibilità che questo computer possa essere utilizzato da un hacker per qualche minuto/ora, il Bitcoin cesserà di avere valore, e quindi, svanirà.
Forse, quando l’elaborazione quantistica sarà alla portata di tutti, vedremo comparire nel mercato virtuale la prima quanto-valuta.