Figure: l’azienda californiana rivela il suo robot umanoide

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Il 2 marzo di quest’anno, Figure, azienda startup americana, ha annunciato il suo primo prodotto: il robot umanoide 01. Per ora è ancora un prototipo, e il rendering del video caricato dall’azienda lo dimostra. Ma nelle intenzioni dei suoi costruttori il robot, un dispositivo orientato all’utilizzo general purpose, potrà pensare; sopratutto potrà risolvere il problema della carenza di manodopera e contribuire a eliminare lavori non sicuri e poco blasonati. Per lo meno, questo è quello che sperano gli ingegneri.

Figure e la sua nascita

Il team di robotica della startup è eccezionalmente qualificato, ed è guidato dal chief technology officer (CTO) Jerry Pratt. Il suo, infatti, è un curriculum da non sottovalutare, in quanto ha trascorso 20 anni in Florida, all’IHMC. Guidando il gruppo del Florida Institute for Human and Machine Cognition, si è classificato secondo alle finali della DARPA Robotics Challenge.

Ma non è finita: Pratt ha contribuito a DRC Atlas (un prototipo della Boston Dynamics per la competizione) , Valkyrie della NASA e, più recentemente, Nadia. IHMC si è dunque affermata come leader nella progettazione e nel controllo di robot nel corso degli anni.

Tornando ad oggi, Brett Adcock ha fondato Figure nel 2022, assumendo nell’ultimo anno più di 40 ingegneri da diverse realtà del settore. Le già citate IHMC e Boston Dynamics, ma anche compagnie come Tesla, Waymo e Google X. Non le ultime arrivate in ambito robot umanoidi dunque, rendendo Figure una delle migliori nel suo campo, a detta del CEO.

Le caratteristiche del modello 01 e le intenzioni dell’azienda californiana

Il motivo per la quale Figure sta costruendo un robot umanoide in primo luogo potremmo definirlo prettamente commerciale e orientato all’utilità. Il CTO stesso infatti dice che, con il suo team non sta cercando di spingere al limite le prestazioni e abbattere record. Piuttosto, insieme hanno intenzione di costruire un robot dalle performance stabili e con un design robusto. Per ora non si concentreranno sulle acrobazie mostrate dalla Boston Dynamics con Atlas, quindi.

Mantenendo però al tempo stesso la forma umanoide snella e in agile abbastanza, i progettisti vogliono vedere lo 01 al fianco degli umani. In particolare, come molte altre aziende nello stesso ambito, Figure si affaccia al mercato avendo come ovvio punto di ingresso i magazzini.

Al momento, l’esperienza degli ingegneri suggerisce che ci sarà sempre un robot più specializzato in grado di eseguire meglio uno specifico compito. E vista la volontà di costruirne uno con le gambe, avente una difficoltà realizzativa pari a uno senza, meglio renderlo general purpose. Sempre però nell’ambito di uno spazio di lavoro umano; questo il pensiero dell’azienda californiana.

Passando alla specifiche, gli ingegneri non si sono sbilanciati molto, anche perchè, ed è bene ribadirlo, per ora è pur sempre tutto rendering e concept. Il robot finale comuque, sarà completamente elettrico, alto 1,6 metri, peserà 60 chilogrammi con un carico utile di 20 kg . Mentre la batteria avrà una durata di 5 ore con una carica.

Gli obiettivi di Figure

Nel sito ufficiale, alla pagina Master Plan, si legge chiaramente “Espandere le capacità umane attraverso l’intelligenza artificiale avanzata”. E ancora si legge, “l’obiettivo di Figure: sviluppare umanoidi generici che abbiano un impatto positivo sull’umanità e creino una vita migliore per le generazioni future.”

Proseguendo tuttavia, l’azienda si dice conscia che tutto questo richiederà decenni, un team dedicato alla causa, miliardi di dollari investiti e innovazione ingegneristica. Il rischio è certamente elevato così come le possibilità di fallimento. Non senza concludere che, se la cosa andrà in porto , Figure potrà diventare la più grande azienda del pianeta con impatto positivo sull’umanità.

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Insomma, dalla California non scherzano, e al di là della loro annunciata missione, c’è una forte volontà di piazzarsi sul mercato, primi possibilmente. Tuttavia, non abbiamo ancora visto nulla di concreto e speriamo che non si risolva in promesse difficili da mantenere, come spesso succede in robotica.