Facebook – Meta e il guanto per toccare gli oggetti virtuali
Siete già entrati nel metaverso? Dopo aver ufficializzato il proprio cambio di nome in onore di una realtà virtuale che si affianchi a quella reale, il neonato “universo” di Zuckerberg sta cominciando a fare i primi passi verso il futuro. Facebook/Meta sta infatti lavorando a un guanto che permetterà di toccare e sentire gli oggetti virtuali. Un modo per vivere la realtà virtuale ed immergervisi completamente, creando un nuovo modo di interagire col mondo e con gli altri.
Facebook: il guanto per toccare gli oggetti virtuali in Meta
Dopo l’ufficializzazione del cambio nome da Facebook a Meta, l’azienda di Zuckerberg comincia a spingere al massimo sulla realtà virtuale producendo un prototipo di guanto in grado di non solo toccare gli oggetti virtuali, ma di sentirli. Ad annunciarlo è stata la stessa Meta con un post sul suo blog, in cui ha illustrato le capacità del guanto e le sue possibili applicazioni.
Stiamo cercando di imparare come le persone percepiscono la sensazione del tatto. Dobbiamo adattare ogni possibile forma e dimensione della mano umana. Stiamo anche sviluppando nuovi materiali morbidi adatti a questa tecnologia
Sean Keller, dirigente del progetto
Il guanto tattile vuole rispondere al quesito: come tocchiamo il mondo virtuale? Quando allunghiamo le nostre dita verso un oggetto sappiamo automaticamente quando chiudere le dita e afferrarlo grazie proprio alla sensazione che ci dà al tocco. Nella realtà virtuale questa cosa non accade, e l’azione di prendere degli oggetti spesso risulta quasi innaturale e “distaccata” dai nostri movimenti. Costruire un puzzle, prendere un caffè o digitare caratteri da una tastiera diventerà un’esperienza del tutto diversa: potremo sentire il peso e la consistenza di ogni oggetto che terremo tra le mani.
Come sono realizzati?
Il range di sensazioni provate dalla mano è esteso e molto complesso. Provate a pensare a quante consistenze siamo in grado di sentire, così diverse tra loro: riuscire a trasmetterle con un certo grado di precisione tramite un guanto è una sfida notevole. Al fine di ricostruire un senso di tatto più realistico possibile, il guanto sarà dotato di piccoli attuatori, piccoli motori che, grazie al loro movimento, sono in grado di riprodurre la sensazione attesa sulla pelle.
I ricercatori sono al lavoro sul guanto già da qualche anno, e sembra che ci siano stati enormi progressi nell’ultimo periodo. Inizialmente gli attuatori erano dei classici motori meccanici, ma ponevano un limite fisico al proprio numero sul guanto. I motori si inoltre sono rivelati troppo rigidi da indossare, oltre a causare un fastidioso surriscaldamento dell’indumento.
Negli ultimi due anni il team ha esplorato diverse soluzioni, propendendo per attuatori pneumatici e elettroattivi. I primi utilizzano la pressione dell’aria per generare forze e simulare quindi diversi tipi di “tocco” sulla mano. I secondi invece rispondono agli stimoli elettrici cambiando forma e dimensione di conseguenza. Non sappiamo ancora su quale dei due tipi ricadrà la scelta, ma in ogni caso i guanti riusciranno a integrare i feedback visivi e uditivi già usati per l’AR per creare un mondo alternativo sempre più completo.
La vision di Meta
I guanti tattili di Meta fanno parte di un progetto ben più ampio dell’azienda di Zuckerberg. La vision decennale proposta dai laboratori Facebook ha al centro l’integrazione della realtà virtuale con quella reale, al fine di espandere le abilità umane. La collaborazione con Ray Ban per la realizzazione di occhiali smart è solo l’inizio del futuro sognato da Meta.
Unire il virtuale al reale significa ottenere un contesto maggiore e dettagliato su ciò che accade attorno a noi. Nell’esempio riportato da Facebook, un paio di occhiali smart potrebbe essere in grado di carpire e fornirci informazioni in tempo reale, dandoci indicazioni su dove girare mentre siamo alla guida, o dicendoci dove abbiamo lasciato le chiavi, permettendoci quindi di concentrarci su altre cose. “Il nostro mondo è sia digitale che fisico, e non dovremmo essere costretti a sacrificarne uno dei due“. Più i device del futuro saranno integrati con le persone, meno dovremo escluderci dal mondo reale per “entrare” in quello virtuale.