Facebook e i brevetti per prevedere dove andremo

Resi noti tre brevetti di Facebook che utilizzerebbero i dati di locazione dell'utente per stabilire dove si sposterà.

Resi noti tre brevetti di Facebook che utilizzerebbero i dati di locazione dell'utente per stabilire dove si sposterà. Credits: thenextweb.com

Every breath you take
Every move you make
Every bond you break
Every step you take
I’ll be watching you

Nel 1983 i Police cantavano questa canzone, ignari che oggi, 35 anni dopo, le loro parole sarebbero potute diventare realtà. È di questi giorni infatti la notizia che Facebook ha registrato dei brevetti con l’obiettivo di prevedere gli spostamenti degli utenti.

Depositati nel 2017, i brevetti sono tre e potrebbero rivoluzionare l’esperienza del social network più famoso. Vediamo di che cosa si tratta.

I tre brevetti

Oflline trajectories

Il primo brevetto descrive un sistema che calcola la probabilità che un utente si sposti in un determinato luogo, grazie ai dati di geolocalizzazione posseduti. Non solo: Facebook utilizzerebbe questi dati anche per capire quando l’utente sarà offline. A che cosa servirebbe questo? Da ciò che c’è scritto nel brevetto, potrebbe essere utile per capire se l’utente andrà in una zona con poca o nulla connettività, in modo da caricare in anticipo i contenuti che gli serviranno prima che sia difficile o impossibile farlo.

Uno schema esplicativo del brevetto "Offline Trajectories".
Uno schema esplicativo del brevetto “Offline Trajectories”. Credits: appft.uspto.gov

Per prevedere gli spostamenti, il sistema calcolerebbe una probabilità di transizione utilizzando i dati di geolocalizzazione degli utenti che erano in quello stesso luogo. Analizzando gli spostamenti passati di varie persone, unendoli alle abitudini dell’utente, Facebook valuterebbe le diverse probabilità per stimare dove l’utente si sposterà. Il brevetto è visualizzabile qui.

“Location Prediction Using Wireless Signals on Online Social Networks

Il secondo brevetto (consultabile a questo link) rappresenta un’alternativa alla localizzazione classica dell’utente tramite GPS. Utilizzando i segnali WiFi, Bluetooth, NFC e di rete mobile sarebbe possibile individuare la posizione dell’utente in modo più accurato, sempre per prevedere dove l’utente si sposterà.

In questo caso, il sistema non solo saprebbe dove si trova l’utente, ma anche per quanto tempo è stato in un determinato posto, ottenendo informazioni corrette sugli orari di apertura e sugli orari in cui il posto è più affollato, oltre che ovviamente sul tipo di posto frequentato. Google presenta già una feature simile: ricercando infatti un locale sul motore di ricerca, spesso compare un grafico che ci informa in real time su quanto il posto sia affollato. Facebook utilizzerebbe questa stessa conoscenza, però, per calcolare le abitudini degli utenti e predire di conseguenza i loro spostamenti.

Un esempio di anticipazione calcolata utilizzando le reti wireless.
Un esempio di anticipazione calcolata utilizzando le reti wireless. Credits: pdfpiw.uspto.gov

La figura è un esempio del funzionamento: ponendo che l’utente si trovi nella posizione 302 sulla mappa, il sistema calcolerebbe che in seguito ci si sposterà nella posizione 304, 306 e poi 308. Tutto questo basandosi sulle abitudini e gli spostamenti raccolti tramite i collegamenti che o l’utente stesso ha sfruttato in passato, oppure che hanno utilizzato utenti considerati “simili” (per età, sesso e abitudini) a lui.

Predicting Locations and Movements of Users Based on Historical Locations for Users of an Online System

Il terzo brevetto (consultabile qui) spiega in maggiore dettaglio come verrebbero usati i dati di spostamento di una moltitudine di persone per meglio prevedere quelli del singolo e definire delle “catene di spostamento. Ciò potrebbe essere usato, ad esempio, per modificare la pubblicità che compare su Facebook in base al luogo in cui ci si trova, o in generale per perfezionare gli input e i consigli che riceviamo in real-time.

Questo servirebbe anche a categorizzare gli utenti e differenziare i diversi percorsi, ad esempio tra quelli di chi abita in una città o di chi la sta solo visitando come turista. L’idea sarebbe quella di fare inferenza e identificare delle “catene comuni, e per ognuna di esse applicare strategie diverse.

Schema esemplificativo delle "catene" di luoghi che il sistema creerebbe.
Schema esemplificativo delle “catene” di luoghi che il sistema creerebbe. Credits: pdfpiw.uspto.gov

Nella figura, si suppone che un utente 1 abbia visitato A,B,C, mentre un altro utente 2 abbia visitato gli stessi luoghi ma in ordine diverso (B,A,C). Ciò che fa il sistema è inserire in un unico insieme questi tre luoghi, e quando un utente si trova in uno di questi gli proporrebbe pubblicità o coupon legati ad uno degli altri due (o entrambi).

La risposta di Facebook

“Spesso cerchiamo brevetti per la tecnologia che non implementiamo mai, e le domande di brevetto non dovrebbero essere considerate un’indicazione di piani futuri” chiarisce Anthony Harrison, portavoce di Facebook, alla testata che per prima ha reso noti i brevetti.

È vero che le grandi aziende spesso hanno depositano brevetti per delle novità che non hanno mai implementato, solo per evitare che altri si approprino dell’idea. Per ora, quindi, non c’è alcuna certezza riguardo l’inserimento di queste feature. C’è da dire però che l’azienda ha già la base dati da cui partire per svilupparle: Facebook, infatti, già da ora è in grado di segnalare se ci sono amici nelle vicinanze o se stanno avendo luogo degli eventi di interesse per l’utente.

Una futura implementazione non sarebbe quindi così strana, anzi: tra qualche anno potrebbe addirittura diventare normalità. Una cosa è certa: tutto questo è la dimostrazione di quanto siano preziosi i dati di geolocalizzazione e non ai quali molti di noi non danno troppo peso.