Ci sono due tipi di persona: chi ha provato a “invecchiarsi” con FaceApp e chi mente. Negli ultimi giorni è tornata alla ribalta questa applicazione che permette di modificare il proprio viso, per lo più usando filtri disponibili solo nella versione a pagamento. Ma allo stesso tempo è stata sollevata una questione relativa alla privacy: dove vanno a finire le foto che carichiamo su questa piattaforma?

Le “condizioni d’uso”, che nessuno legge

Quante volte ci capita di dover accettare dei termini d’uso? Praticamente ogni volta che scarichiamo un’applicazione o utilizziamo un servizio online. Ma quante persone leggono veramente questa sezione (a volte veramente troppo lunghe)? Quasi nessuno, ed è per questo motivo che molte volte ci troviamo davanti a delle sorprese.

Leggendo attentamente il punto 5 delle condizioni d’uso di FaceApp, notiamo come, accettandole, concediamo a quest’app il pieno possesso e utilizzo della nostre foto, senza avere scelta a riguardo:

Termini d’uso di FaceApp. Credits: faceapp.com

Leggendo questo ci rendiamo conto che i termini di utilizzo di FaceApp non sono in linea con la GDPR europea.

Tra le altre cose, dando il consenso ai “Contenuti Utente”, concediamo agli sviluppatori una licenza perpetua, irrevocabile, non esclusiva, a titolo gratuito, mondiale. Una licenza che si intende pienamente retribuita, trasferibile, cedibile per l’uso, la riproduzione, la modifica, l’adattamento, la pubblicazione, la traduzione, l’uso di opere derivate, la distribuzione, utilizzabili nella pubblica esecuzione e visualizzazione.”

Insomma, loro hanno il diritto di usare le nostre foto per scopi commerciali, quindi non dobbiamo sorprenderci se troviamo qualche nostro selfie in qualsiasi genere di pubblicità. Inoltre, gli sviluppatori non sarebbero responsabili se, tramite qualche nome, somiglianza, voce o personaggio, si potesse risalire all’identità del soggetto della foto.

Ma non solo: FaceApp prende informazioni riguardanti i log del browser, i dati sulla nostra geolocalizzazione e le identificazioni dei nostri dispositivi.

L’azienda russa e i vari sospetti

I filtri più popolare: giovane e anziano. Credits: https://www.geek.com

Su internet girano le più svariate ipotesi sul perché l’azienda proprietaria di FaceApp stia archiviando così tante foto. Quello che è certo è che le foto che decidiamo di modificare (ed esclusivamente quelle, quindi niente foto proveniente dalla nostra galleria) vengono caricate sul server dell’azienda, infatti, in assenza di internet, l’applicazione non funziona.

L’ipotesi più plausibile potrebbe essere che l’azienda stia conservando uno dei più variegati e ricchi dataset di volti al mondo per allenare l’intelligenza artificiale al riconoscimento facciale; la stessa che riesce a invecchiarci o a ringiovanirci così bene. Proprio la creazione di dataset abbastanza ampi e strutturati è uno dei problemi che affligge chi vuole allenare le reti neurali.

Cosa potrebbero fare con le nostre foto? Questo utilizzo da parte di terzi potrebbe in qualche modo recarci danno? È presto per dirlo. D’altronde sappiamo che ogni volta che carichiamo una nostra foto su un social network, qualunque esso sia, diventa di dominio pubblico. FaceApp, quindi, sarebbe solo un’altra applicazione da aggiungere a questa lunga lista.