Ciro Greco e Jacopo Tagliabue (Apo per gli amici) erano compagni all’Università. “Ad un certo punto – dicono – abbiamo cominciato a fare natural language processing per interessi scientifici comuni”.
Ciro è infatti un linguista formale e Apo un data scientist. “Dopo qualche mese – continuano – ci siamo ritrovati a sviluppare una tecnologia del tutto nuova che consente di cercare le informazioni in un database, usando le lingue naturali in modo molto preciso. A quel punto si sono aggiunti Jacopo Romagnolo, amico d’infanzia, per trasformare la tecnologia in un prodotto e Andrea Orioli per aiutarci a trasformare il prodotto in una company. Mattia Pavoni è un amico fraterno ed è salito a bordo quando si è trattato di trovare i primi adopter a Milano. L’ultimo acquisto è Gianluca Cucco, che è il nostro software architect. Insieme stiamo provando a dare vita a Tooso, un connubio tra linguistica, logica e informatica, un motore di ricerca per e-commerce, facilmente integrabile, estremamente performante e, soprattutto, più intelligente.
Come è nato e di preciso come funziona?
Tooso nasce dall’idea che una macchina dovrebbe parlare come un essere umano, non viceversa: immaginate HAL di 2001 Odissea nello Spazio che parla con keywords perché non capisce la sintassi dell’inglese. Quello che abbiamo fatto noi è processare il significato in modo più simile a quello che crediamo essere il modo in cui è codificato dalle lingue naturali. Con Tooso si possono cercare cose in modo preciso e aspettarsi una risposta precisa, non un insieme di oggetti che contengono le parole che abbiamo inserito. Se uno cerca “abito da donna nero di Valentino sotto i 250 euro”, un paio di pantaloni da 500 euro non dovrebbe essere nell’insieme delle risposte a questa ricerca solo perché nella sua descrizione contiene le parole ‘donna’ e ‘nero’. Non solo. Oltre al completo monitoraggio on-line del prodotto, la dashboard di Tooso fornisce dati e analisi inediti per supportare meglio l’e-commerce nelle scelte strategiche. Tooso inoltre ti comunica i prodotti che i tuoi clienti si aspettano di trovare nel sito, ma che non hai ancora in catalogo”.
Cosa significa processare un linguaggio?
Quando leggiamo una frase banale come “Gianni mangia la mela”, gli esseri umani fanno senza alcuno sforzo molte cose: per esempio, io e te sappiamo che questa è una sequenza di suoni in Italiano, ma non in Koreano, sappiamo che in questa sequenza di suoni “la mela” non può essere interpretata come l’agente, sappiamo che se se invertiamo l’ordine delle parole in “mangia la mela Gianni” la frase non cambia significato, ma se lo invertiamo in “La mela mangia Gianni” l’interpretazione della frase può essere molto diversa. Tutte queste cose sembrano banali e noi le facciamo naturalmente, ma una macchina ha bisogno che queste cose siano tradotte in un insieme di istruzioni esplicite. Quello che facciamo noi a TOOSO è costruire degli automi formali che compiano delle operazioni simili a quelle che fanno gli esseri umani a partire da un input fatto di parole di una lingua umana. Per esempio, dare il risultato giusto di una ricerca a partire dalle parole che l’utente sceglie di usare per cercare. Per fare questo bisogna rendere l’input linguistico più strutturato di modo che il nostro automa capisca – o faccia finta di capire- almeno un po’ del nostro linguaggio. Per questo bisogna “processare” l’input di parole e trasformarlo in qualcosa di più di una mera sequenza di suoni o lettere.
Perché un nome come Tooso?
E’ la trascrizione fonologica di una parola giapponese che significa trovare un percorso fra due punti o almeno questo è quello che ci ha assicurato un parlante giapponese di nostra conoscenza.
©Tipi TostiA che punto siete?
Le cose sono molto promettenti, ma sono soltanto all’inizio. Sviluppare la tecnologia non è stato semplice, ma è molto divertente. E’ stato come risolvere un puzzle. Anche su questo fronte, però, abbiamo solo cominciato a scavare. Il linguaggio umano è molto studiato, ma non è azzardato dire che si sa molto poco di come funzioni veramente. Nello stesso tempo l’intelligenza artificiale sta conoscendo uno stato di grande fervore che si presta a continui cambiamenti e innovazioni. Noi crediamo di poter realizzare qualcosa di serio in questo ambito e di poter offrire un miglioramento nella ricerca su larga scala. Però.
Però?
Avere una buona idea non è che l’inizio e probabilmente non è nemmeno il fattore discriminante. Poi bisogna fare diventare la propria idea un prodotto e creare una company che possa competere e scalare. E’ questo che fa la differenza fra una startup che cresce e una che sparisce entro pochi anni. E questo è un processo difficilissimo, sul quale non abbiamo alcuna verità in tasca. Come ho detto, siamo solo all’inizio.
Qual è stata la difficoltà più grande nel vostro percorso?
Coordinare i fusi orari, visto che viviamo tutti in Paesi diversi. Ma di fatto non l’abbiamo superata e facciamo in continuazione telefonate a orari strampalati.
Chi ha creduto subito in voi?
Andrea Orioli. Avevamo una demo della tecnologia su Rotten Tomatoes, un data-repository di film, che consentiva di cercare qualunque informazione come film, attori, registi, anni di uscita, generi, ratings. Lui ci ha incontrato un giorno a Milano nel suo ufficio e noi gli abbiamo detto ‘Ok, questo è un algoritmo che consente di cercare quello che vuoi, anche cose complicate, tipo gli ultimi due film del regista di Inception. Dicci cosa ne pensi’’. Lui ci ha giocato per cinque minuti, poi ha alzato gli occhi dal laptop e ci ha detto “Vabè ragazzi, ma sta roba è una figata pazzesca! Mi rifiuto di credere che non si possa creare un prodotto valido”. E da allora è stato il nostro beneamato advisor, ci ha accompagnati a Hong Kong per le RISE conference e, cosa fondamentale, ha sempre offerto da bere.
Applicazioni pratiche dell’algoritmo?
Dal punto di vista dell’utente finale, renderà la ricerca infinitamente più intuitiva e efficace quando si userà la barra di ricerca interna di un sito. Niente più filtri, spunte, menù a scomparsa: si scrive nella barra di ricerca e la ricerca, per quanto complessa, andrà a buon segno. Dal punto di vista dell’esercente, di chi ha un sito e-commerce, Tooso si traduce subito in un incremento del convertion rate e quindi dei guadagni. Gli utenti che usano la barra di ricerca hanno mediamente un convertion rate da 2 a 11 volte più alto della media: va da sé che, fornire a questi utenti uno strumento efficace, diventa fondamentale, visto che sono quelli che comprano di più. Inoltre, Tooso fornisce tutta la parte di analyitics ricavati dall’analisi del comportamento degli utenti attraverso la ricerca. Noi possiamo dire all’esercente quali sono le cose più cercate sul suo sito, quali le più vendute, qual è il rapporto fra questi due valori o quando qualcosa è stato cercato e non è presente nel catalogo: tutto questo si traduce in un miglioramento diretto dell’offerta da parte dell’esercente.
Ora siete ad Hong Kong.
Sì, abbiamo fatto una application per la RISE conference di Hong Kong e siamo stati presi. Siamo stati anche selezionati fra le 40 startup che potevano presentare sul palco, per cui avevamo la possibilità di arrivare a più persone. Abbiamo incontrato moltissime realtà diverse, da e-commerce asiatici enormi che vorrebbero una ricerca più efficace in dieci lingue diverse con tre sistemi di scrittura diversi, a negozi che hanno una varietà di prodotti tale da rendere difficile reperire i prodotti sul sito, fino a piccoli negozi online che vorrebbero un layout mobile-friendly senza filtri e spunte. Sta andando piuttosto bene.
Troppo presto per dire se e quanto la vostra attività renderà. Giusto?
Questo è un discorso complesso: le startups sono per definizione realtà dove ci sono componenti di rischio e esplosività molto alte. In altre parole, valutare una startup su quanto ripaga nell’immediato è quasi sempre un metro di valutazione sbagliato. Ora siamo un’ Alpha. Al momento tutto il team sta rischiando il suo tempo e le sue risorse per fare sì che Tooso possa scalare rapidamente.
I vostri progetti di qui a cinque, sei anni?
L’idea che sta dietro Tooso è che la ricerca intelligente debba essere disponibile a tutti i siti e-commerce, a prescindere dalla loro dimensione e dalla loro forza tecnologica. Per questo il prodotto è offerto con un modello Freemium che consente di usare Tooso gratuitamente fino a un certo numero di ricerche. Così facendo, i retailers piccoli non pagano mai, e quando crescono, noi cresciamo con loro. Nei nostri momenti di ottimismo più sfrenato, Tooso sarà la soluzione più adottata dagli e-commerce di tutto il mondo per garantire una ricerca efficace a un’interfaccia più ‘umana’, che consenta alle persone di trovare quello che vogliono, usando la loro lingua madre, quale che essa sia.
Insomma, ci state provando. L’entusiasmo non vi manca. Tipi Tosti, dunque!
Cominciare da zero non è semplice e bisogna essere decisi. Ma la verità è che non faremmo nulla di tutto questo, se non ci divertissimo. Essere troppo tosti può avere delle controindicazioni. Diceva Confucio “Spezzasi l’acciaio, per duro che sia. Ciò che pare il più solidamente stabilito, sovente torna più facile a distruggere”.
Ecco il team
Ciro Greco 1983 phd neuroscienze e linguistica
Jacopo Tagliabue 1985 phd in filosofia, lavora come data scientist.
Jacopo Romagnolo 1985, MSC in Finance, ha lavorato per Deloitte, HSBC e Etihad.
Mattia Pavoni 1983, MA in filosofia
Andrea Orioli 1980, Ingegnere e imprenditore, fondatore di Fluidmesh e Pantascene.
Gianluca Cucco 1987. Software Architect, è stato software developer per Xbox e DivaVideo.