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Governo Draghi: nasce il Comitato per la transizione digitale

Il Governo Draghi si è ormai insediato quasi due settimane fa, il 13 febbraio precisamente, e il decreto legge che sta per presentare sancisce la creazione di un comitato interministeriale per la transizione digitale. Questo si pone importanti obiettivi in termini di sviluppo e di innovazione tecnologica e digitale, come d’altronde aveva già dichiarato il nuovo premier.

Il neo-premier Mario Draghi.

Lo scoppio improvviso della pandemia causata dal COVID-19 ha mostrato come l’Italia avesse bisogno di potenziare e ripensare la sua infrastruttura digitale. Si è reso infatti necessario che, sia in ambito di lavoro pubblico che privato, gran parte delle mansioni dovessero essere svolte in remoto da casa, il cosiddetto smart working, ma anche la vita degli studenti è stata sconvolta dall’obbligo di didattica a distanza, la tanto “temuta” DAD.

Il dover essere collegati, magari in più persone all’interno di una stessa casa, ha costretto le famiglie a “potenziarsi” dal punto di vista tecnologico, e tale upgrade dovrà al più presto essere effettuato anche a livello nazionale.

Governo Draghi: la composizione del comitato per la transizione digitale

Il comitato si occuperà di guidare la cosiddetta transizione digitale del nostro paese in questa momento storico piuttosto difficile e sarà presieduto dal Presidente del consiglio dei ministri stesso o dal Ministro delegato per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale (il neo-nominato ministro Vittorio Colao). Egli ha la facoltà di convocarlo, determinare l’ordine del giorno delle riunioni e definire l’attuazione delle decisioni prese.

Vittorio Colao è un dirigente d’azienda italiano, già amministratore delegato di Vodafone e attuale ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale nel Governo Draghi.

Qualora i temi affrontati riguardino materie che interessano anche le regioni e le provincie autonome alle riunioni del CITD parteciperanno anche il presidente della Conferenza delle regioni e delle province autonome o un presidente di regione o di provincia autonoma da lui delegato. Oltre al presidente del Comitato ci saranno anche il ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta, il ministro dell’Economia e delle finanze Daniele Franco, il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti ed il ministro della Salute Roberto Speranza.

L’obiettivo del comitato in termini di innovazione digitale e tecnologica

L’obiettivo è quello di allineare l’Italia alle politiche, in chiave tecnologica e digitale, proposte dall’Unione Europea, in particolare in tema di:

  • supercomputing, cioè l’adozione di sistemi di calcolo ad altre prestazioni;
  • intelligenza artificiale;
  • cybersecurity;
  • ampio uso di tecnologie digitali.

Legato alla nascita del CITD vi è anche la creazione di un comitato per la transizione ecologica (CITE), i due Comitati interministeriali pensati dall’ex capo della Bce serviranno per coordinare l’azione dell’esecutivo in vista del Recovery plan. Il ruolo del CITD sarà strategico poiché spetterà a questo organismo il coordinamento delle azioni chiave per dare l’Italia digitale, facendo appunto leva soprattutto sui fondi provenienti dal Next Generation Eu, il cui 20% dovrà essere utilizzati per progetti di innovazione.

Adesso bisognerà attendere i prossimi giorni per vedere quali compiti saranno effettivamente assegnati al nuovo Ministero per la transizione digitale, le deleghe che riceverà il ministro Colao e quali saranno le prime misure assunte. Intanto come capo di gabinetto è stato scelto Stefano Firpo, che in passato si era occupato tra l’altro del piano Industria 4.0. Una nomina giudicata con favore dalle imprese, poiché rappresenta l’effettiva volontà del premier Draghi di puntare sullo sviluppo tecnologica e digitale della nazione.

Anche l’Italia ha deciso di dotarsi di uno strumento apposito per affrontare la nuova sfida rappresentata dall’Industria 4.0 e dal necessario sviluppo tecnologico e digitale per poter rientrare a pieno titolo tra le grandi nazioni dell’Occidente.

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Roberto Guida