L’informazione online potrebbe dilagare ora che alcune compagnie hanno abbandonato il fact-checking come Google e LinkedIn
Sembra paradossale ma tutto sta cambiando sul web. Questa volta, il mutamento sembra essere negativo, con quasi nessun vantaggio: sempre più aziende e social media stanno abbandonando il Fact-checking.
Di cosa si tratta? Della possibilità di verificare se le informazioni pubblicate online siano vere o false. Siti e social media come Google e LinkedIn stanno periodicamente abbandonando questa pratica, lasciando internet in balia delle bufale.
Ma quali potrebbero essere le conseguenze dell’addio al fact checking dalle principali piattaforme online?
Perché sempre più aziende stanno attuando questa politica? Ecco una panoramica completa per comprendere le ripercussioni di queste scelte che potrebbero diventare scellerate.
Ormai sembra essere scattato un effetto domino. In principio, è stato Twitter, poi diventato X con l’acquisizione da parte di Elon Musk, ad abbandonare la funzione di fact-checking. Tanti collaboratori vennero tagliati e l’azienda decise di eliminare questa funzione. Come conseguenza, da allora chiunque ha potuto pubblicare notizie di vario genere sul social, senza nessuno che controllasse se le notizie e le info pubblicate possano riferirsi a fatti reali o completamente inventati. Dopo l’elezione di Donald Trump come Presidente degli Stati Uniti, anche Meta, l’azienda che possiede Facebook, Instagram e WhatsApp, ha seguito questa linea, con Mark Zuckerberg che ha annunciato in prima persona l’eliminazione di questa funzione.
Ora tocca a Google e LinkedIn. In una lettera scritta al responsabile dei contenuti e della tecnologia della Commissione Europea, Google ha dichiarato che “non si impegnerà a rispettare i requisiti di fact-checking perché non sono appropriati o efficaci per i nostri servizi”. Come conseguenza, Google ritirerà tutte le riforme applicate per rispettare il DSA, il Digital Services Act. Anche il social LinkedIn, di proprietà di Microsoft, ha preso la stessa decisione.
Gli effetti di tale decisione potrebbero essere disastrosi. Infatti, la disinformazione potrebbe regnare sovrana su internet. Qualcuno potrebbe dire che prima del DSA su internet circolavano già fake news, quindi non cambierebbe nulla rispetto al passato. C’è però un aspetto da introdurre nell’equazione: l’uso dell’intelligenza artificiale.
Con l’IA è possibile creare contenuti che possono distorcere la realtà, presentando una narrativa diversa. Insomma, sembra proprio che si prospettano tempi bui per internet e i social media, dunque bisogna sempre avere la massima cautela su ciò che si legge e su ciò che viene pubblicato.