“È ora di alzare l’asticella del cloud: con Hotmail abbiamo smesso di pagare per le email, con WhatsApp abbiamo smesso di pagare per gli sms. Con Cubbit smetteremo di pagare per il cloud storage.”, sostiene Stefano Onofri, CEO di Cubbit, la start-up italiana hi-tech nata nel 2016 con sede a Bologna e Tel Aviv (Israele).
Perché, nel 2019, dobbiamo ancora pagare per pochi giga di archiviazione? È la domanda che si sono fatti i fondatori Stefano Onofri (CEO), Marco Moschettini (CTO), Alessandro Cillario (COO) e Lorenzo Posani (CSO), quattro giovani con alle spalle anni di esperienza nel settore tech e business.
Oggi internet rappresenta una fonte di inquinamento, non solo ambientale. Un gran numero di risorse vengono sprecate ogni minuto, in tutto il mondo. I fondatori hanno deciso che questo scenario può cambiare. Come? Riciclando le risorse internet inutilizzate (CPU, banda, storage).
La start-up crea un data center distribuito fatto di tante Cubbit Cell, che garantisce leadership di prezzo e privacy assoluta, nonché la certezza che i dati saranno indistruttibili perché non appartenenti a una rete centralizzata. Costituisce, così, un’infrastruttura ecocompatibile che permette agli utenti di trasformare il loro spazio di storage in cloud, senza abbonamenti mensili.
I file caricati sulla cella sono protetti da un protocollo di crittografia utilizzato in ambito militare, l’AES-256, e poi diviso e distribuito in modo sicuro attraverso la rete peer-to-peer attraverso canali criptati end-to-end. In questo modo, solo l’utente è in possesso dela chiave per decifrare a accedere ai file salvati.
Infine, l’architettura è 10 volte più ecocompatibile di un servizio di cloud storage tradizionale. Questo ha profonde implicazioni sull’inquinamento globale: per ogni 1000 terabyte di dati salvati su Cubbit, si producono 100 tonnellate in meno di CO2 ogni anno. In altre parole, ogni 4 terabyte, si risparmia l’energia consumata da un frigo.
“Grazie al nostro algoritmo di machine learning” commenta Lorenzo Posani, CSO, “evitiamo trasferimenti di dati sulle lunghe distanza che, in molti casi, consumano tanto quanto lo stesso storage. Paragonati con le piattaforme cloud centralizzate, Cubbit ha un impatto ambientale estremamente ridotto: -90% (dieci volte meno) sul mantenimento dati e – 50% (due volte meno) sul loro trasferimento. Fornisce dunque un esempio di come un cambio radicale di paradigma può beneficiare sia il consumatore finale che la società nel suo insieme.”
La start-up, con 2500 preordini provenienti da oltre 55 paesi, è pronta a lanciare la sua campagna su Kickstarter il prossimo 26 febbraio. A partire da tale data si potrà acquistare la Cubbit Cell a 299 €. Solo per i primi sostenitori saranno disponibili un numero limitato di dispositivi a un prezzo Super Early Bird.
Ma quali sono le particolarità del servizio Cubbit (e la Cella) rispetto alle soluzioni di storage tradizionali?
Per scoprire in anteprima l’ora esatta di lancio della campagna Kickstarter, è possibile unirsi al gruppo Telegram.