Cos’è la ‘telefonofobia’: ne soffre il 98% dei giovani | Nessuno vuole più essere chiamato al telefono, come sta cambiando l’uso di questa tecnologia

Ragazzi al cellulare in strada

Ragazzi al cellulare (Pixabay) www.systemscue.it

La paura di interagire: come le nuove tecnologie alimentano le fobie giovanili. Ne soffrono molti giovani, e la maggior parte di essi non vuole rispondere al telefono.

Negli ultimi anni, i giovani si trovano ad affrontare una crescente serie di fobie legate all’interazione sociale, spesso amplificate dall’uso delle tecnologie. Tra queste, l’ansia da prestazione e la paura del giudizio sono diventate comuni, rendendo difficile per molti instaurare relazioni interpersonali in modo diretto.

Un altro fenomeno emergente è la fobia sociale, che spinge i giovani a evitare situazioni in cui potrebbero essere al centro dell’attenzione. Ciò si traduce in una preferenza per la comunicazione digitale, dove il controllo sulle risposte e l’assenza di interazioni immediate riducono l’ansia. 

Le fobie legate all’uso delle tecnologie possono manifestarsi in forme diverse, come la dipendenza da smartphone o l’ansia da disconnessione. 

E’ importante sottolineare che queste fobie non sono solo una conseguenza dell’uso della tecnologia, ma riflettono anche pressioni sociali più ampie.

La generazione “muta”

Negli ultimi anni, è emerso un fenomeno che ha portato a definire i giovani come la “generazione muta”. Oggi, i giovani spagnoli sembrano rifiutare le chiamate telefoniche, preferendo invece l’uso di app di messaggistica come WhatsApp. Secondo un’indagine, ben il 96,8% di loro utilizza questo strumento per comunicare con amici e familiari. Nonostante la presenza diffusa di smartphone in quasi tutte le case, l’uso delle chiamate è drasticamente diminuito. Molti giovani evitano di rispondere alle chiamate, e una parte significativa afferma di associare le chiamate inattese a brutte notizie.

Questo rifiuto di comunicare verbalmente deriva da diverse ragioni. Molti giovani considerano le chiamate come uno spreco di tempo e preferiscono gestire le conversazioni in modo più controllato attraverso messaggi o note vocali. Al contempo, mostrano una maggiore disponibilità a rispondere alle chiamate di lavoro piuttosto che a quelle di amici e familiari. Questo trend evidenzia un cambiamento significativo nel modo in cui i giovani interagiscono, preferendo canali di comunicazione meno diretti e più gestibili.

Cellulare in funzione
Cellulare in funzione (Depositphotos) www.systemcue.it

L’ansia delle chiamate

Nonostante i membri della generazione Z e i millennials trascorrano in media quattro ore al giorno sui loro dispositivi mobili, evitano di ricevere chiamate in modo casuale. Spesso, si giustificano con scuse come la mancanza di attenzione o problemi di ricezione. Un dato allarmante è che l’81% dei millennials avverte ansia prima di effettuare una chiamata. Questo disagio, che sfocia a volte in un vero e proprio terrore, è stato etichettato come “telefonofobia”.

La telefonofobia va oltre una semplice preferenza per la messaggistica; rappresenta un limite significativo nella vita quotidiana di chi ne soffre. Colpisce in particolare coloro che, pur utilizzando frequentemente lo smartphone, trovano difficile affrontare la comunicazione diretta. Questo fenomeno si intreccia anche con la nomofobia, l’ansia di trovarsi senza telefono, evidenziando come le nuove modalità di comunicazione stiano influenzando profondamente le interazioni sociali e il benessere psicologico dei giovani.