Come l’AI si mette al servizio della politica italiana

Uno spettro s’aggira per il mondo – lo spettro dell’AI. Le nazioni più industrializzate sono a lavoro. Alcune riunite in una sacra alleanza digitale. Altre, facendo leva solo sulle proprie risorse. L’obiettivo: riuscire a sviluppare a proprio vantaggio i servigi offerti dall’AI. La parte più progredita del pianeta in concorrenza con il resto del mondo, cerca di guidare la corsa a questa nuova tecnologia che promette una rivoluzione, sociale ed economica, delle nostre comunità. In questo contesto anche la politica italiana si affida a lei.

Il 13 febbraio scorso, in videoconferenza con il Festival dell’Intelligenza Artificiale, l’On. Anna Ascani (Partito Democratico) Vice Presidente della Camera dei Deputati e Presidente del Comitato di vigilanza sull’attività di documentazione della Camera, ha informato di aver presentato in conferenza stampa, alla Camera dei deputati, il report:” Utilizzare l’intelligenza artificiale a supporto del lavoro parlamentare.” Risultato di una indagine conoscitiva sull’intelligenza artificiale e sul contributo che l’AI – in particolare quella generativa – può dare all’attività parlamentare.

Il documento è il risultato di un anno di lavoro. Anno in cui, le personalità politiche appartenenti al Comitato, hanno ascoltato ben 13 esperti nel campo della tecnologia e dell’etica e si sono interfacciati con vari enti di ricerca. Non solo, la delegazione parlamentare è stata in trasferta di studio negli Stati Uniti. La missione si è svolta dal 22 al 26 ottobre 2023 tra Seattle e San Francisco, dove, la delegazione ha visitato le sedi delle principali aziende protagoniste dello sviluppo dell’AI: la sede di OpenAI a San Francisco. Le sedi di altre Big tech: Google, Amazon, Meta, Microsoft. Infine, ha fatto visita alla Stanford University. Attività che hanno avuto come scopo quello di approfondire temi che riguardano le sfide etiche, giuridiche e politiche che l’adozione di questa nuova tecnologia pone ai Paesi democratici.

Flirck, immagine di dominio pubblico

Il report

Il risultato, frutto di questo anno di lavoro è stato la presentazione del documento nel quale sono tracciati i princìpi che, ad avviso della Commissione, devono guidare l’utilizzo dei sistemi AI a supporto del lavoro parlamentare. Principi da rispettare per poter consentire l’utilizzo dell’intelligenza artificiale generativa all’interno della Camera dei deputati.

Il Vicepresidente della Camera dei deputati ha tenuto a sottolineare che “il Parlamento italiano si appresta ad essere il primo, in Europa, ad aver concluso un’indagine conoscitiva specifica”. Avrà il primato, insieme al Congresso degli Stati Uniti, di impiegare strumenti di AI nell’ambito delle istituzioni.

I rischi

La Commissione ha fatto un bilancio generale rischi-benefici dove ha dovuto valutare i pericoli insiti nell’adozione di queste tecnologie. Pericoli quali: Deepfake, impatto dell’AI generativa sulla disinformazione, il rischio della sicurezza dei dati legato allo sviluppo della tecnologia dei Cloud. Rischi legati alla privacy dei cittadini, insidiata da un’idea orwelliana di un possibile controllo pervasivo delle persone, cosa che queste tecnologie rendono possibile. Protezione del diritto d’autore legato ai dati che queste applicazioni utilizzano. L’importanza e la necessità di definire nuove regole che impediscano a chi detiene temporaneamente il potere di esercitarlo per un controllo non democratico. Nonostante tutte queste minacce, la Commissione è giunta alla conclusione che non è possibile privarsi delle opportunità derivanti dall’utilizzo di queste nuove tecnologie.

I principi

La Commissione ha inoltre chiesto il parere ad esperti nazionali che hanno tenuto conto anche dei modelli di riferimento europei. Personalità come: Roberto Viola, Direttore Generale di DG CONNECT (Direzione generale delle Reti di comunicazione, dei contenuti e delle tecnologie) presso la Commissione Europea. L’AI ACT, insieme a tutto quello che l’Europa sta facendo in questo ambito hanno fornito un contributo fondamentale alla definizione di queste norme. Principi quali: trasparenza, responsabilità umana, accountability sono vincolanti. Tutto questo allo scopo di mettere la tecnologia al servizio dei cittadini e non viceversa.

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Politica, cittadini e tecnologia

Nonostante in Parlamento si adottino già tecnologie di intelligenza artificiale, in particolare, per la trascrizione immediata degli interventi fatti in Aula. Le opportunità offerte dall’AI sono tantissime non solo per la politica. Dalla produzione industriale all’ambito sanitario, alla maggiore capacità di partecipazione dei cittadini. Oltre la stesura del report la Commissione ha anche lanciato due bandi, rivolti a ricercatori e studiosi, allo scopo di strutturare due prototipi. Il primo in supporto al lavoro dell’amministrazione parlamentare per redigere dossier e documentazione. Il secondo in supporto al lavoro dei parlamentari per rendere più efficace ed efficiente il contesto informativo e legislativo. Oltre a tutto questo è stata lanciata una accountability dell’istituzione, ovvero una maggiore apertura e trasparenza del Parlamento verso i cittadini.

Un upgrade degli strumenti che oggi sono utilizzati ma che non essendo basati su tecnologie di AI sono meno efficienti. Insomma, il Parlamento italiano, dopo un lungo lavoro di consultazione e di ascolto si apre in maniera pioneristica all’innovazione tecnologica.