Google ha finalmente rilasciato Chrome OS Flex, una nuova versione di Chrome OS pensata per le scuole e aziende. Google ha annunciato questa nuova versione all’inizio del 2022, in un’anteprima ad accesso anticipato, e l’azienda ha finora risolto 600 bug, ed è pronta adesso a distribuire Flex alle aziende e alle scuole. L’idea di Chrome OS Flex è di ridare vita ai vecchi PC e Mac, non più aggiornati.
Chrome OS Flex è pensato principalmente per le aziende che utilizzano vecchi PC Windows. Google ha infatti testato e verificato il nuovo sistema operativo su dispositivi di Acer, Asus, Dell, HP, Lenovo, LG, Toshiba e molti altri OEM. Flex funzionerà anche su alcuni vecchi Mac, inclusi alcuni MacBook di 10 anni fa, per un totale di più di 400 dispositivi compatibili. Tra i Mac compatibili troviamo inclusi l’iMac 21.5″ metà 2010, alcuni MacBook Air 11″ metà 2012, 2013 e 2014. MacBook Air 13″ inizio 2015 e 2017, e il Mac mini fine 2014.
Il supporto di vecchio hardware è il grande punto di forza di Chrome OS Flex, poiché le aziende non devono abbandonare l’hardware esistente per ottenere le ultime versioni di sistemi operativi più moderni. L’idea di ChromeOS Flex è quindi quella di offrire una versione libera di un sistema operativo utilizzabile su vecchi computer, dove magari non sono più supportate versioni recenti di macOS o Windows, senza dover per forza ricorrere alle distribuzioni Linux, e di permettere agli utenti di provare l’esperienza di un ChromeBook senza necessariamente acquistarne uno.
Come di consueto, il sistema può essere provato anche da una chiavetta USB, senza installazione fisica. Per poter utilizzare al meglio il sistema operativo, Google consiglia di rispettare le seguenti specifiche minime: un computer con CPU Intel o AMD, almeno 4 GB di RAM e 16 GB di spazio di archiviazione. Ovviamente è richiesta la possibilità di poter accedere al BIOS/UEFI del computer per eseguire l’avvio da USB.
Chrome OS Flex condivide gran parte del codice con la versione standard di Chrome OS, quindi molte delle funzioni (ma non tutte) sono disponibili. Troviamo quindi il supporto al sandboxing e agli aggiornamenti in background. E’ offerta l’integrazione con smartphone Android, funzionalità di sincronizzazione nel cloud per impostazioni e segnalibri, oltre a Google Assistant e altre tecnologie di Big G. Non si ha tuttavia accesso al Play Store, non è supportata l’esecuzione di app Android e l’esecuzione di macchine virtuali (VM) Windows utilizzando Parallels Desktop. Inoltre, l’accesso all’ambiente di sviluppo con Linux è soggetto a compatibilità con l’hardware in uso.
Chrome OS Flex è stato reso possibile grazie all’acquisizione di Neverware da parte di Google, che in precedenza vendeva una versione del sistema operativo basata su Chromium OS (versione open-source di ChromeOS) chiamata CloudReady, che pensata proprio per quegli utenti che avevano necessità di convertire i vecchi PC in sistemi Chrome OS.
Anche se è pensato per le scuole e aziende, non tutte saranno in grado di passare facilmente a Chrome OS Flex. In particolare, l’ostacolo principale sarebbe l’attuale affidamento su app e sistemi Windows esistenti progettati pensando a Windows. Chrome OS Flex arriva comunque in un ottimo periodo, che vede l’abbandono di Microsoft al supporto milioni di PC con il rilascio di Windows 11 o all’incessante crescita di malware (quali ransomware). Quest’ultimo aspetto potrebbe essere interessante in particolare per le aziende che sono state colpite di recente e sono aperte al passaggio da Windows, e quindi alla ricerca di un’alternativa facile e immediata.