CHILI: l’Internet TV che funziona senza abbonamento mensile

Si tratta di un servizio Made in Italy che propone migliaia di titoli (tra film e serie tv) disponibili per lo streaming, il noleggio ed il download.

Credits: www.archiwum.allegro.pl

Quando parliamo di CHILI, stiamo parlando di un’Internet TV nata nel 2012 che permette il noleggio in streaming e l’acquisto di film e serie TV. Per questo rientra anche nella categoria delle TV Pay-per-view. Infatti, letteralmente, paghi solo ciò che vedi potendo distinguere tra acquisto (3,99 euro) e noleggio (0,99 euro). Non c’è bisogno di sottoscrivere un abbonamento mensile e si ha comunque la possibilità di sfogliare tra migliaia di titoli di cui effettuare il download per poterli vedere tutte le volte che si vuole, a patto che vengano riprodotti attraverso il player di CHILI (non è permessa l’esportazione del film su un altro dispositivo).

“Noi vogliamo rappresentare una piattaforma che parte dalla domanda e non dall’offerta. Abbiamo pensato a un’esperienza semplice, fatta di più parti, che non chiede niente al cliente se non è interessato a comprare. Il nostro è un business transazionale: paghi solo quello che vedi. E in questo modo si favorisce la lotta all’illegalità e alla pirateria”.

Schermata principale di CHILI. Credits: www.smartworld.it

La piattaforma vanta quasi più di 4500 titoli tra film e serie TV, dal thriller alla fantascienza, dalle novità ai cult. La presenza di determinati film all’interno della libreria dipende dalle case cinematografiche e dalle uscite nei cinema (solitamente il film viene reso disponibile al transactional VOD dopo 105 giorni dall’uscita in sala).

Il servizio è compatibile con diversi sistemi operativi, da Windows ad Amazon Fire OS. Offre la possibilità di scegliere la qualità video (standard HD – 720p e HD Plus – 1080p) e sul fronte audio in alcuni casi è presente il supporto 5.1

Ecco qui la lista di 5 tra i migliori film cult presenti su CHILI:

“Blade runner”

Credits: www.quinlan.it

Terzo film di Ridley Scott, consacra il regista sul grande schermo. Nato come adattamento del romanzo di Philip K. Dick (“Do Androids Dream of Electric Sheep?”), tratta di una Los Angeles distopica, dove i cosiddetti replicanti tornati illegalmente sulla Terra, vengono “ritirati dal servizio” da agenti speciali chiamati Blade Runner.

Reso celebre dal famoso monologo del replicante Roy Batty (“Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi…”) nel 2007 si posiziona al 97° posto nella classifica AFI’s 100 Years… 100 Movies. Costituisce uno dei punti di riferimento del genere cyberpunk, ed è stato lodato per il suo design retrofuturista rimanendo uno dei migliori esempi del genere neo-noir.

“Nightmare (on Elm Street)”

Credits: www.imdb.com

Una sceneggiatura terminata nel 1981 e una pellicola che nessuno ha voluto produrre fino al 1984, quando la New Line non si decise ad acquistarla salvandosi così dalla bancarotta. Nightmare costituisce il punto di partenza di una serie lunga ben 9 film, se non anche il trampolino di lancio per un giovanissimo Johnny Depp.

L’opera di Wes Craven presenta un iconico personaggio dalla faccia bruciata che indossa un maglione verde e rosso, un cappello marrone e dei guanti “con coltelli da bistecca” come lame. Il suo nome è Freddy Krueger, un serial killer con passione per l’infanticidio che, ucciso per vendetta dai suoi concittadini, ottiene dopo la morte la capacità di ripresentarsi nei sogni per uccidere i figli dei responsabili della sua scomparsa.

Si dice che per la stesura della sceneggiatura, Craven abbia preso spunto da una serie di articoli pubblicati sul Los Angeles Times di allora che parlavano delle morti, avvenute in circostanze misteriose, di alcuni membri di rifugiati laotiani di etnia Hmong. Questi ultimi infatti erano perseguitati da incubi costanti così spaventosi che preferirono restare svegli piuttosto che addormentarsi. Ma ad un certo punto crollavano e morivano nel sonno urlando come se stessero sognando qualcosa di terrificante.

“A qualcuno piace caldo”

Credits: www.lemusedikika.blogspot.com

1929, epoca del proibizionismo, due musicisti jazz squattrinati rimasti senza lavoro e braccati dalla gang di Ghette Colombo riescono a fuggire travestendosi da donne e partendo con un’orchestra femminile in trasferta in Florida. L’intero film è un autentico monumento della commedia cinematografica statunitense.

Originale nella vicenda rocambolesca, irresistibile nell’interpretazione degli attori (che si dice giravano per gli studios vestiti da donna con lo scopo di non farsi riconoscere) e costellato da battute folgoranti. La più celebre “bhe… nessuno è perfetto” (“nobody’s perfect”), nel 2005 è stata inserita al 48° posto della classifica delle migliori cento battute del cinema statunitense. Il film, del 1959 è diretto da Billy Wilder e gli valse ben un Oscar e tre Golden Globe.

“La dolce vita”

Credits: www.cgtentertainment.it

Diretto da Fellini nel 1960, rientra tra i più celebri film della storia del cinema. Vincitore di una palma d’oro e di un Oscar fu oggetto di polemiche che però contribuirono a pubblicizzare il film spingendo il pubblico ad effluire in massa ai botteghini. Si dice che alla sera della prima “Fischi e insulti fecero più notizia degli applausi”. Il dizionario Morandini descrive il film come una rappresentazione della Roma di quegli anni, raccontata come una “Babilonia precristiana” e il film è un viaggio nel suo disgusto.

“The Rocky Horror picture show”

Credits: www.elixlibris20.it

Diretto da Jim Sharman nel 1975, è tratto dall’omonimo spettacolo teatrale del 1973 di Richard O’Brien (sceneggiatore e autore delle musiche). È un film unico nel suo genere, un mix tra musical, fantascienza e b-movie considerato fuori dagli schemi per l’esplicita trattazione di tematiche sessuali (rivoluzionaria per l’epoca in cui il film fu prodotto).

Molti sono i riferimenti artistici e culturali presenti nell’opera, a partire dalle citazioni al cinema horror con il castello dove si ambienta la vicenda, perfetta dimora di un qualunque Dracula; passando poi dalla presenza di alcuni quadri famosi, al David di Michelangelo (peraltro simbolo della bellezza virile visibile in più scene del film).

The Rocky Horror Picture Show, uscito per la prima volta a Londra il 14 agosto 1975, detiene il record di permanenza nelle sale cinematografiche: dal suo esordio, non ha mai smesso di essere proiettato nei cinema, compreso il Mexico di Milano, che lo ha in cartellone ancora oggi.