Il primo febbraio OpenAI ha annunciato il nuovo servizio a pagamento ChatGPT Plus. Il software di intelligenza artificiale più famoso del momento infatti, costerà 20 dollari al mese, circa 18 euro nostrani. Questo in risposta probabilmente alla grande affluenza di utenti registrata di recente. Cosa che ha fatto correre ai ripari l’azienda, che si è vista costretta a mettere offline ChatGTP. Chi vorrà accedere al servizio dovrà quindi pagare, non senza avere qualcosa in cambio, però.
ChatGTP è passato alla ribalta grazie all’uso che un sempre crescente numero di utenti ne ha fatto. I numeri parlano chiaro: nel mese di gennaio c’è stato un traffico di 100 milioni di utilizzatori. Tutto ciò a soli due mesi dal lancio dell’applicazione che ricordiamo è avvenuto il 30 novembre dello scorso anno.
In così poco tempo però, gli utenti hanno già registrato cali e difficoltà di accessi alla piattaforma, ovviamente soprattutto durante le ore di picco. Quindi OpenAI promette proprio una maggiore priorità e tempi di reazione migliori per chi sottoscriverà l’abbonamento a 20 dollari al mese.
Al momento, OpenAI ha messo a disposizione ChatGPT Plus solo negli Stati Uniti. In seguito, ha promesso che il servizio si estenderà agli altri paesi dopo aver accolto l’invito di coloro iscritti all’apposita lista d’attesa. Il piano fa parte della strategia del CEO Sam Altman che, insieme allo staff tutto, ha chiarito le intenzioni della società.
ChatGPT Plus contribuirà infatti a mantenere il serivizio gratis per chiunque altro voglia utilizzarlo. Questo è un grande passo avanti per OpenAI, che aveva prospettato in precendenza un prezzo molto maggiore per una eventuale versione premium. Anzi, la compagnia potrebbe addirittura abbassare i prezzi a meno dei 20 dollari al mese stabiliti il 1° di febbraio. E magari istituire piani appositi di abbonamento per le aziende.
Ricordiamo che ChatGPT è ancora un prototipo: il comunicato stampa di OpenAI lo ribasce. Con il suo lancio, gli sviluppatori hanno cercato di raccogliere dati sulle sue debolezze e i suoi punti di forza. Ciò che è emerso è la volontà da parte degli utenti e di altri sviluppatori di volere apposite API (Application Programming Interface) di ChatGPT.
In tal senso OpenAI si dice entusiasta di tale richiesta e invita tramite un apposito form, a richiedere ulteriori informazioni a riguardo. Inoltre sempre sul sito ufficiale, l’azienda mette a disposizione un’ampia documentazione per le API. Tramite il binding di Python e librerie in javascript è possibile infatti interagire con quelle per ora fornite. In ogni caso l’azienda promette in futuro importanti novità e nuove funzioni.
OpenAI dice di aver imparato molto, anche solo in questo breve periodo. L’interazione con i milioni di utilizzatori ha fornito agli addetti a i lavori importanti spunti per migliorare la loro intelligenza artificiale. Con essa, sperano di continuare ad aiutare, in molti casi anche professionalmente, la vasta platea di coloro che ci hanno interagito. Da Brainstorming di idee, aiuto nella produzione di contenuti e programmazione, anche l’apprendimento di nuovi argomenti è per loro contemplato.
Come già accennato, da tempo qualcosa si muoveva nell’aria e l’annuncio di pochi giorni fa ha confermato le attese. Infatti, già Microsoft, uno degli investitori nello sviluppo della tecnologia, aveva pensato a qualcosa di simile. Con i suoi servizi Azure OpenAI, l’azienda di Redmond voleva garantire l’accesso aziendale al famoso chatbot.
Tuttavia quanto pensato dal CEO Sam Altman fa largo ad alcuni sospetti. Quelli che l’intera operazione sia una risposta a quanto sta covando la concorrenza. In particolare il colosso statunitense Google, che ultimamente aveva cercato di imporre la sua versione di un chatbot basato su intelligenza artificiale. La cosa certa, è che per ora, le Big Tech di tutto il mondo sono ancora molto interessate a queste nuove tecnologie.