Blockchain e Smart Contracts: il futuro dei contratti digitali prende vita a Cagliari

A cura di Gianmarco Porcile

Sicuramente, al giorno d’oggi, tutti avranno sentito parlare almeno una volta di Criptovalute, probabilmente più nello specifico di Bitcoin. Ma cosa c’è dietro questo innovativo tipo di moneta?

Il sistema alla base di tutto è la Blockchain, una vera e propria catena di blocchi. Questa catena è una struttura dati che funge da database all’interno del quale vengono registrate tutte le transazioni tra utenti in diversi blocchi, collegati tra loro attraverso una rete peer to peer (P2P); una sorta di registro della contabilità. Questo rende la blockchain una tra le strutture dati più sicure, poiché i dati all’interno di un blocco non possono essere alterati in maniera retroattiva, a meno che non vengano modificati anche tutti i blocchi successivi, fino a quel punto connessi. Affinché una cosa del genere accada ci sarebbe bisogno del consenso di una grande fetta della rete.

Ovviamente il tutto è reso ancora più sicuro da una crittografia che utilizza delle chiavi private per permettere che le transazioni avvengano. Ma cosa può accomunare quello che sembra un banale scambio di denaro, seppur innovativo, a dei contratti?

Ethereum sbarca a Cagliari, la piattaforma del futuro a contatto con gli studenti

L’Università degli Studi di Cagliari è tra le prime realtà, soprattutto in Italia, ad utilizzare la blockchain per gli Smart Contracts. Sono due in particolare le iniziative alle quali questa università ha dato vita. La prima riguarda un modo per rendere inalterabili e sicuri i certificati di laurea, mentre la seconda riguarda quello che può sembrare un banale voto elettronico. Ma procediamo per gradi.

Molti avranno sentito parlare di Ethereum, che è stata ed è tutt’ora, insieme a Bitcoin, una tra le principali criptovalute esistenti. O questo è quello per cui tutti la conoscono, ma c’è molto di più. Ethereum non è solo un tipo di criptovaluta, ma una vera e propria piattaforma per la creazione e pubblicazione di contratti intelligenti (Smart Contracts). Cosa significa? Senza scendere nel dettaglio, significa che Ethereum oltre ad avere una propria unità di conto, chiamata Ether, ha una rete per far girare contratti basati su questa piattaforma. Questi contratti possono essere usati per eseguire delle operazioni in maniera totalmente sicura.

Addio alle lauree contraffatte: la crittografia al servizio dei certificati

Ed è stata proprio l’Università di Cagliari a sfruttare le potenzialità di questa piattaforma per rendere sicuri e non falsificabili i certificati di laurea. Il progetto è stato portato avanti dall’Università insieme a FlossLab srl, che ha sfruttato la rete Ethereum, più adatta per questo tipo di operazioni rispetto a Bitcoin, per far sì che gli studenti potessero garantire l’autenticità dei loro certificati digitali ai datori di lavoro.

All’atto pratico, dopo ogni sessione di laurea, verranno generati dei certificati che avranno delle firme informatiche registrate dall’Università sulla blockchain di Ethereum. Se la firma informatica del documento posseduto coincide con quella registrata, è garantita l’autenticità del documento.

Credit: hackernoon.com

Grazie a questa iniziativa quindi, i futuri datori di lavoro non dovranno più temere che un certificato di laurea possa risultare falso. Per il momento questo sistema è stato applicato ai certificati di laurea in Informatica, ma presto sarà esteso a tutti i corsi di laurea presenti.

Crypto-voting: la blockchain alla base del voto digitale

Ed è sempre Cagliari a fare da sfondo ad un’altra importante iniziativa che ha come protagonista le blockchain e la tecnologia Sidechain. Le sidechain sono, per dirla in breve, delle blockchain secondarie, o di secondo livello che hanno come caratteristica principale quella di evitare la scrittura sulla blockchain principale. Si può quindi notare come questo sistema sfrutti due blockchain che comunicano tra loro utilizzando un criterio di sincronizzazione.

Il sistema alla base del progetto di Crypto-voting è proprio quello di due blockchain concatenate (una blockchain privata e una sidechain). La presenza di queste due blockchain separate permette di dividere le operazioni di gestione dei voti e di conteggio dei voti, aumentando ovviamente, oltre la sicurezza, la scalabilità dell’applicazione. Grazie a questo sistema quindi, sarà possibile effettuare le operazioni comuni a tutte le votazioni, che siano per referendum o elezioni politiche, in totale sicurezza. Il voto sarà chiaramente anonimo, in quanto l’unico indizio di chi lo esprime è la chiave generata. È chiaro che nel caso in cui si tratti ad esempio di raccolte di firme, e quindi di votazioni che per loro natura non siano anonime, si potrà risalire al votante.

Credit: netserv.it

La caratteristica davvero innovativa di questo sistema di e-voting risiede proprio nelle due blockchain concatenate. Negli altri sistemi di voto elettronico già esistenti viene sfruttata una sola blockchain, che implica quindi il conteggio dei voti nel momento stesso in cui i voti vengono espressi. A differenza degli altri sistemi, questo, divide le operazioni in tre parti:

  1. Preparazione del sistema di votazione;
  2. Gestione del voto e delle espressioni di voto che vengono fatte;
  3. Conteggio dei voti.

Questa divisione permette di incrementare l’efficienza delle operazioni, e soprattutto di non scrivere tutto su una sola blockchain, mettendo a rischio la sicurezza del sistema.

Il progetto AIND e la Digital Transformation

Alla base di queste iniziative c’è un progetto finanziato dalla Regione Autonoma della Sardegna e sviluppato da FlossLab, in collaborazione con l’Università di Cagliari che “nasce per fornire un nuovo paradigma tecnologico a supporto delle organizzazioni che desiderano implementare o ammodernare le proprie metodologie di lavoro mediante l’utilizzo di tecnologie informatiche estremamente attuali, quali gli Smart Contract e la blockchain”. Il progetto in questione si chiama Amministrazioni e Imprese Native Digitali (AIND) ed è ciò da cui sta partendo la Digital Transformation nella regione Sardegna.

Il progetto AIND nasce proprio per migliorare la qualità dei servizi della Pubblica Amministrazione e delle imprese grazie all’utilizzo di tecnologie e normative recenti. La piattaforma sviluppata è basata quasi interamente sulla tecnologia blockchain, proprio per garantire tracciabilità, trasparenza e gestione dei processi senza ricorrere a terzi di garanzia.

È dal progetto AIND che ha preso vita il progetto Agile Block Chain Dapp Engineering (ABCDE), che ha come obiettivo principale quello di minimizzare i rischi nello sviluppo di applicazioni che vedono coinvolte le blockchain, basandosi sulla definizione dei requisiti tramite dei casi d’uso (User Stories). In questo progetto, e quindi nello sviluppo di queste applicazioni, molta importanza è data alla sicurezza e alla verifica dei suoi requisiti.