Blackout Tuesday: ecco perché si è oscurato il web

The simple black box that Ben Severance put on his Instagram feed on Tuesday morning was his way of saying that he stands against police brutality, although civil rights activists say that the gesture is more problematic than helpful because it clutters the internet. Nick Sambides Jr. | BDN

Come parte delle proteste pacifiche a favore delle vittime di violenza e discriminazione razziale da parte della polizia statunitense, nelle ultime ore moltissime persone hanno aderito al Blackout Tuesday.

La protesta, ideata da lavoratori dell’industria musicale, consiste nel pubblicare sui propri social, un’immagine di colore nero. Un’iniziativa lodevole ma che rischia di impedire alle persone l’accesso a informazioni preziose.

Blackout Tuesday: ecco perché non dovresti usare questi due hastag

Blackout Tuesday
Quando si prova a cercare gli hashtag #BlackLivesMatter e #BLM appaiono quasi solo immagini nere. Credits: www.insider.com

#BlackLivesMatter e #BLM sono due hashtag utilizzati sui social network con l’obiettivo di diffondere informazioni sulle proteste che stanno avvenendo negli ultimi giorni negli Stati Uniti. Inoltre, queste informazioni sono relative anche ai casi di violenza da parte della polizia e sulle donazioni realizzate dalle varie organizzazioni.

Quello che sta accadendo nelle ultime ore è che entrambi gli hashtag vengono utilizzati indiscriminatamente per accompagnare queste immagini nere. In questo modo vengono oscurati i post con le informazioni di vitale importanza. Quindi si invita a non usare questi due hashtag ma #BlackoutTuesday.

L’origine dell’iniziativa

“In risposta agli assassinati di George Floyd, Breonna Taylor, Ahmaud Arbery e altri innumerevoli cittadini di colore morti per mano della polizia, #TheShowMustBePaused è un’iniziativa di due donne di colore che lavorano nella musica, in osservanza del razzismo di vecchia data e della disuguaglianza che esiste, dalla sala del consiglio alla strada”

La protesta è stata organizzata da due persone che lavorano nell’industria musicale: Jamila Thomas, Marketing Senior Director presso Atlantic Records, e Brianna Agyemang, ex dirigente sempre di Atlantic Records, ma che ora occupa l’incarico di direttrice della campagna per artisti senior di Platoon.

Usando l’hashtag #TheShowMustBePaused, Thomas e Agyemang hanno invitato i membri dell’industria musicale a “lottare per un dialogo onesto e produttivo su quali azioni dobbiamo intraprendere collettivamente per sostenere la comunità di colore”.

“L’industria musicale è un’industria multi-miliardaria. Un settore che ha tratto profitto principalmente dalla Black Art”, scrivono le promotrici sul sito dell’iniziativa.

“La nostra missione è coinvolgere il settore in generale, comprese le grandi società e i loro partner che beneficiano degli sforzi, delle lotte e del successo delle persone di colore responsabili”.

Thomas a Agyemang tengono a dire che questa iniziativa non sarà limitata alle 24 ore di ieri, martedì 2 giugno, ma che un piano di azione è in arrivo.

In moltissimi hanno aderito al Blackout Tuesday

Spotify ha aderito all’iniziativa. Infatti, ad alcune playlist e ad alcuni podcast sono stati aggiunti 8 minuti e 46 secondi di silenzio in ricordo di George Floyd. Sarebbe il tempo in cui l’uomo sarebbe stato tenuto immobile, mentre l’agente Derek Chauvin gli premeva sul collo con il ginocchio.

Infatti non solo ha partecipato l’industria della musica, da dove è partita la protesta, anche cinema, musica e danza stanno oscurando i propri profili social. La Warner, Sony, Universal e Columbia sono le grandi etichette che hanno deciso di partecipare. Anche Natalie Portman, Rihanna, Robbie Williams, Radiohead, Eminem, Cara Delevigne, e tanti altri personaggi famosi in tutto il mondo hanno pubblicato un’immagine nero con gli hashtag #TheShowMustBePaused a #BlackoutTuesday, che sono quelli dedicati all’iniziativa.