E se l’assistente del vostro professore fosse un computer?

Ashok Goel è un professore di informatica e scienze cognitive al Georgia Institute of Technology ed è un esperto di intelligenza artificiale, materia che insegna a un gran numero di studenti ogni anno. Ogni semestre i suoi circa 300 studenti scrivono 10.000 domande: troppe per il professore e i suoi 8 assistenti, così ha deciso di prendere un nuovo assistente.

O meglio, ha creato il nuovo assistente. Il nome dell’ultima arrivata è Jill Watson e ‘lei’ è in realtà un computer. “Troppi studenti non ricevono l’adeguato supporto didattico. Abbiamo creato Jill per dare risposte utili più velocemente.”

Goel ha iniziato a lavorare al nono assistente l’anno scorso, insieme a un team di studenti laureati. Hanno sfruttato alcune tecnologie offerte dalla piattaforma Watson di IBM (da qui il cognome di Jill) e hanno riempito il computer con le circa 40mila domande e risposte degli anni precedenti, per poi osservare come si comportava.

Uno dei segreti è che il numero di domande aumenta se aumentano gli studenti, ma il numero delle domande diverse in realtà non cambia. Gli studenti chiedono sempre le stesse cose ancora e ancora.

Inizialmente tuttavia l’assistente virtuale rispondeva in maniera errata alle domande: cogliendo le parole chiavi forniva risposte che contenevano le stesse parole chiavi, ma riguardanti argomenti completamente differenti.
Una volta migliorata Jill, che carica le sue risposte online solo quando è sicura che queste siano corrette al 97%, è stata rilasciata agli studenti. Dopo più di un mese il professore ha rivelato della vera natura dell’assistente, lasciando i suoi alunni senza parole. Pochissimi si erano chiesti se a rispondere fosse stata un intelligenza artificiale e tutti sono stati entusiasti e curiosi del lavoro svolto dai ricercatori.

Nei prossimi anni Jill Watson, a cui probabilmente verrà dato un altro nome, risponderà a un numero crescente di domande, con un’accuratezza sempre migliore.

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Alessandro Luppi