Aspettativa sul lavoro: che cos’è, come richiederla e per quali motivi
Si parla spesso di aspettativa sul lavoro, ma sappiamo davvero di cosa si tratta e come funziona davvero? Per definizione l’aspettativa è la possibilità per il lavoratore dipendente di assentarsi dal lavoro senza perdere il posto, in maniera giustificata. La durata dell’assenza può essere più o meno lunga, e può essere richiesta per motivi diversi. L’aspettativa è un diritto del dipendente e, nel caso di quella richiesta per legge, non può essere rifiutata dal datore di lavoro. Anche ora che lo smartworking ha preso piede è importante sapere di avere questa possibilità e di poterla sfruttare per vivere più serenamente il lavoro.
Aspettativa sul lavoro: come funziona
Nella propria vita lavorativa può succedere di dover richiedere un periodo di aspettativa perché non si è grado di svolgere le mansioni definite dal proprio contratto di lavoro. Le motivazioni possono essere diverse, e sono tutte definite dalla legge o dai CCNL. A seconda del tipo di aspettativa il periodo di assenza può essere retribuito o non retribuito, ma in ogni caso regolato dagli obblighi e dai diritti definiti. Nel caso sia prevista la retribuzione, non è detto che lo stipendio rimanga intero: il più delle volte il lavoratore ne continua a ricevere soltanto una percentuale.
La differenza tra l’aspettativa di legge e del CCNL sta nel fatto che il datore di lavoro non può rifiutare la prima, se correttamente motivata. Questo tipo di regolamentazione si applica a tutti i lavoratori dipendenti, indipendentemente dal loro contratto collettivo. Per poter richiedere un periodo di assenza dal lavoro occorre rivolgersi direttamente al proprio datore di lavoro, senza passare per l’INPS, presentando un apposito modulo. In questo andranno specificati le generalità del lavoratore e dell’azienda, il tipo di aspettativa richiesta, il giorno di inizio e la durata del periodo di assenza, il CCNL di riferimento ed eventualmente i motivi per cui si richiede.
Il datore, a questo punto, valuterà la richiesta e, se le motivazioni non sono regolamentate dalla legge, potrà rifiutarla o chiedere di accorciare il periodo. Nel caso di dipendenti nel settore privato non è mai possibile richiedere l’aspettativa per occuparsi di un altro lavoro; al contrario, i dipendenti pubblici possono chiedere fino a un anno di assenza per dedicarsi a un lavoro in proprio.
Le possibili motivazioni
Come già anticipato, i motivi dell’aspettativa possono essere definiti dalla legge o dal proprio CCNL. Nel primo caso si tratta di un diritto innegabile del lavoratore, ovviamente corredato da motivi validi e riconosciuti. Esistono diverse motivazioni per cui un dipendente può richiedere l’aspettativa, e sono tutte regolate da specifiche leggi. L’aspettativa può essere richiesta:
- per gravi motivi famigliari: in questo caso l’assenza non è retribuita, e può durare fino a un massimo di due anni. Per “gravi motivi” si intendono lutti, disagi, malattie e in generale situazioni in cui è necessaria la presenza del richiedente. Le motivazioni possono riguardare, oltre che il lavoratore in prima persona, anche coniuge, figli e parenti (entro il 3° e se affetti da disabilità);
- per formazione: anche in questo caso si tratta di assenza non retribuita, ed è l’eccezione alla regola, in quanto il datore ha il diritto di non accettare la richiesta. Il dipendente può assentarsi fino a un massimo di 11 mesi e in qualsiasi momento del suo percorso lavorativo. Il tipo di formazione accettato comprende il completamento degli studi e attività educative che esulano dall’offerta formativa dell’azienda;
- per volontariato: l’assenza di questo tipo viene retribuita ed è in carico al fondo per la retribuzione civile. In questa tipologia di aspettativa rientrano tutte le attività di assistenza civile in seguito ad eventi straordinari stabiliti dalla legge, per i quali si richiede la presenza del dipendente;
- per assistenza ad un portatore di handicap: il dipendente, in questo caso, può chiedere un periodo di assenza non retribuita fino a una durata di 3 anni;
- per cariche pubbliche: rientrano in questa tipologia di motivazioni tutte le necessità legate a ricoprire cariche istituzionali (membri del parlamento, assemblee regionali, cariche sindacali, ecc…). L’assenza è non retribuita e può durare per tutta la durata del mandato.
Per quanto riguarda l’aspettativa gestita dal CCNL, si tratta di un’assenza giustificata da motivi personali e che esulano tutti quelli elencati. Anche in questo caso il dipendente deve presentare una lettera di richiesta di aspettativa specificando le motivazioni della richiesta, che il datore di lavoro può rifiutare. L’assenza è in questo caso non retribuita e può avere una durata massima di 12 mesi. Durante il periodo di sospensione dalle mansioni lavorative i contributi del lavoratore non vengono accumulati.