La macchina di Turing

Arduino Portenta: un nome che esprime la sua potenza

Portentum in latino significa mostro. In molte parti d’Italia attribuire a una persona l’aggettivo mostro significa dire che è un genio. “Quella persona è un mostro in informatica” significa che quella persona è molto intelligente nell’ambito informatico. Ottime caratteristiche (illustrate qui sotto) applicabili alla nuova Arduino.

Arduino ha deciso di chiamare la sua nuova scheda “Portenta H7“, forse perché la scheda è proprio un “mostro”. Con Portenta puoi programmare in linguaggi ad alto livello, non più il solito linguaggio Arduino. Infatti è presente un interprete per poter programmare in MicroPython e JavaScript.
Ovviamente Arduino non dice completamente addio al suo linguaggio ma da la possibilità di espanderlo: si può eseguire in parallelo del codice Arduino e del codice MicroPython.
E’ inoltre presente un encoder/decoder per JPEG in modo da poter creare il tuo computer embedded con user interface.

Ancora più mostro: Portenta è applicabile a progetti di intelligenza artificiale. E’ possibile infatti eseguire codici elaborati con TensorFlow Lite, il framework open source per effettuare deep learning direttamente sui dispositivi. Grazie al dual core, può infatti essere usato per elaborare algoritmi di computer vision durante una guida (un core che esegue il programma in TFL), mentre l’altro core elabora i dati di guida.

Come dichiarato nel loro sito, Portenta H7 è stato progettato per:

  • Macchinari industrial high-end
  • Attrezzatura da laboratorio
  • Computer vision
  • PLCs
  • Interfacce utente per l’industria
  • Controlli robotici
  • Dispositivi Mission-critical
  • Computer fisso dedicato
  • Alta velocità boot di calcolo

Alcuni dettagli tecnici

Come già accennato la scheda contiene due core: Cortex M7 a 480 MHz e Cortex M4 a 240 MHz, comunicanti con chiamata di procedura remota. Per i meno esperti nel settore, con chiamata di procedura remota si intende la comunicazione di una procedura o subroutine da parte di un programma su un computer diverso. Questa funzione aiuta proprio l’esecuzione di programmi da un core all’altro.
I due processori condividono le periferiche.

Schema del microcontrollore M7
Schema del microcontrollore M4

Probabilmente la novità più elettrizzante è la possibilità di connettere un monitor esterno, grazie alla GPU Chrom-ART Accelerator direttamente sul chip.

Schema del Chrom-ART: acceleratore hardware per processi grafici

Una grande novità della sceda sono le connessioni dei pin. Nella parte bassa della scheda si trovano infatti 2 serie di 80 pin ad alta densità, permettendo un’ampia scalabilità.
A seconda della connessione dei pin è possibile creare diverse comunicazioni, utilizzare il timer analogico e sfruttare al meglio le impostazioni di debug.

Illustrazione dei pin

Nella scheda è anche presente un modulo wireless in grado di connettere in modalità Bluetooth e WiFi. Tramite la tecnologia WiFi è possibile lavorare in Access Point, Station o simultaneamente nelle due modalità, con una velocità di 65 Mbps. La tecnologia Bluetooth supporta la modalità classica e BLE (bluetooth a bassa energia), con possibilità di espandere ad altre interfacce come UART, SPI, Ethernet o I2C.
Nella scheda è già presente un’antenna in ceramica ma è possibile aumentare il guadagno estendendola con un connettore esterno UFL

Nella scheda sono presenti una memoria SDRAM da 2MB (espandibile fino a 64 MB) e una NOR Flash da 16MB. Per chi necessita più memoria è possibile espandere la Flash in 128 MB QSPI Flash.

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Published by
Silvia Sanna