App Immuni: regole varate dal Cdm
In data 29 Aprile 2020 a Palazzo Chigi si è tenuta la riunione del Consiglio dei Ministri in seguito alla quale è stato varato un nuovo decreto volto a delineare i punti chiave del funzionamento dell’App Immuni. Si è data particolare attenzione alla questione della privacy e della conservazione dei dati.
Ultimamente abbiamo parlato molto spesso dell’app che si occuperà di tracciare i contagi da Coronavirus durante questa fase 2. Non abbiamo però delineato con precisione quali sono le regole alla base del funzionamento dell’applicazione. Cosa succede ai nostri dati? Si viene geolocalizzati? Si può restare anonimi? É obbligatorio installare l’applicazione?
Questa è una breve lista delle informazioni legate alla privacy relative all’applicazione:
- Garantita la tutela della privacy.
- Nessuna conseguenza per chi non installa l’app sul proprio dispositivo.
- La piattaforma sarà realizzata esclusivamente con infrastrutture italiane.
- Non si verrà geolocalizzati.
- Il database contenente i dati verrà cancellato a fine emergenza Covid e comunque non oltre il 31 dicembre 2020.
Immuni: Tutela della privacy
Partiamo dal punto più controverso: la privacy. Già in precedenza avevamo discusso se fosse più o meno giusto tracciare la popolazione al fine di contenere i contagi come avevano fatto in precedenza Cina e Corea. Nonostante una prima esitazione, alla fine il Garante della privacy, Antonello Soro, si è pronunciato sulla questione dicendosi favorevole al contact tracing digitale. Ovviamente garantendo il diritto alla privacy dei cittadini e con la promessa di concludere il tracciamento una volta terminata l’emergenza. E così è stato ribadito con il decreto del 29 Aprile.
[bquote by=””]L’app sarà utilizzata al solo fine di rintracciare le persone che siano entrate in contatto con soggetti risultati positivi e tutelarne la salute attraverso le previste misure di profilassi nell’ambito delle misure di sanità.[/bquote]
Immuni: download su base volontaria
Ma è obbligatorio installare l’app? La risposta è no. Con il decreto si è affermato che il download sarà su base volontaria e che di conseguenza non saranno previste sanzioni o provvedimenti per coloro che non la utilizzeranno. Il mancato utilizzo dell’applicazione non comporta alcuna limitazione o conseguenza in ordine all’esercizio dei diritti fondamentali dei soggetti interessati.
Tuttavia sorge però così un problema. Affinchè i dati raccolti dall’applicazione abbiano effettivamente un riscontro positivo nel progetto, è necessario che un numero sostanzioso di persone esegua il download. Si stima che sia necessario il download dell’app Immuni da parte di almeno il 60-70% della popolazione.
No alla geolocalizzazione
L’applicazione di contact tracing non ha l’obiettivo di geolocalizzazione, ma quello di tracciamento/memorizzazione per un determinato periodo di tempo degli identificativi dei cellulari con il quale il nostro è venuto in contatto ravvicinato.
Per impostazione predefinita i dati personali raccolti dall’applicazione saranno “esclusivamente quelli necessari ad avvisare gli utenti dell’applicazione di rientrare tra i contatti stretti di altri utenti accertati positivi al Covid-19, individuati secondo criteri stabiliti dal ministero della Salute“. In questo modo sarà possibile agevolare l’eventuale adozione di misure di assistenza sanitaria in favore degli stessi soggetti. I dati raccolti non potranno essere utilizzati per finalità diverse, salva la possibilità di utilizzo in forma aggregata o comunque anonima, per soli fini statistici o di ricerca scientifica.
Come funziona Immuni
A differenza di altre applicazioni alternative che sono state utilizzate con lo scopo di contenere i contagi da Coronavirus, l’app Immuni non prevede un tracciamento tramite GPS, ma utilizza Bluetooth e Wi-fi.
Semplicemente registra i segnali Bluetooth e WiFi con i quali entra in contatto una determinata persona e li salva in un registro conservato sul dispositivo stesso. All’interno di questo registro ci sono alcune informazioni sui dispositivi con i quali si è entrati in contatto. Le uniche informazioni che verranno registrate riguardano:
- Con che dispositivo sono entrato in contatto.
- Per quanto tempo si è prolungato il contatto.
- A che distanza è avvenuto il contatto.
Nel caso in cui poi un cittadino risulti positivo, un operatore medico autorizzato dal cittadino risultato positivo, fa inviare un messaggio in modo da informare i proprietari dei dispositivi che sono stati in contatto con il cittadino risultato positivo. Il tutto in modo anonimo.
[bquote by=””]Il trattamento effettuato per il tracciamento dei contatti deve essere basato sul trattamento di dati di prossimità dei dispositivi, resi anonimi oppure, ove ciò non sia possibile, pseudonimizzati. [/bquote]
Dati cancellati entro il 31 dicembre
Altro punto discusso durante la riunione riguarda per quanto tempo verranno trattenuti i nostri dati. L’utilizzo dell’applicazione e della piattaforma, nonché ogni trattamento di dati personali, saranno interrotti alla data di cessazione dello stato di emergenza e comunque non oltre il 31 dicembre 2020, ed entro la medesima data tutti i dati personali trattati devono essere cancellati o resi definitivamente anonimi.
L’intervento di Apple e Google
Questi sono i punti salienti emersi durante la riunione. Nell’attesa dell’uscita dell’app Immuni, prevista a maggio, la regione Lombardia ha consigliato il download dell’app AllertaLOM. Quest’ultima tramite la compilazione di un questionario permette il monitoraggio attivo della diffusione del Covid-19 sul territorio regionale. Il questionario comprende informazioni personali, eventuali condizioni mediche pregresse e i sintomi attuali e può essere modificato una volta al giorno.
Al fianco dello sviluppo di queste applicazioni vi è poi l’iniziativa di Google e Apple che stanno cercando di implementare nativamente nei propri sistemi operativi un algoritmo che identifichi in modo ancor più ottimizzato nuovi effetti.
Esso si propone di stabilire una rete volontaria di contagiati: gli utenti, infatti, potranno segnalare di loro volontà se hanno contratto o meno il virus. In questo modo, altri utenti che sono stati a stretto contatto con quest’ultimi verranno notificati e i servizi ufficiali delle autorità verranno a conoscenza di queste informazioni. Molto simile a ciò che avviene utilizzando Immuni.
Apple e Google introdurranno queste nuove API rispettivamente su iOS e Android a metà maggio e si assicureranno che le app ufficiali delle autorità sanitarie possano implementarle.
Grazie a queste app e iniziative sarà possibile rendere la circolazione del virus, e conseguentemente dei contagi, molto più controllata in modo da ottimizzare le strutture sanitarie col fine di arginare e gestire l’epidemia il meglio possibile.