Automazione

Un’altra vita salvata dall’auto Tesla che si guida da sola

La Tesla Motors sta vivendo degli alti e bassi ultimamente. Dopo la prima triste storia dell’incidente di qualche settimana fa, seguita dal positivo racconto di un cliente dell’azienda, oggi sentiamo una terza storia che come la seconda è a favore del pilota automatico presente sugli ultimi modelli Tesla: l’intelligenza artificiale ha salvato la vita del conducente portandolo fino all’ospedale. I due protagonisti della storia sono Joshua Neally, avvocato statunitense di 37 anni, e la sua auto elettrica, il SUV Tesla Model X.

Come tutti i giorni Joshua percorreva diversi chilometri di strada per recarsi a lavoro e aveva affidato il comando all’autopilota, mentre teneva sotto controllo le azioni della vettura come ricordato più volte dall’azienda produttrice. A pochi chilometri dalla destinazione, l’avvocato ha iniziato a provare un forte dolore addominale a cui si è sommata una difficoltà respiratoria, che ha successivamente scoperto essere sintomi dell’embolia polmonare che lo ha colpito.

Le opzioni erano due: fermarsi e chiamare un ambulanza o recarsi direttamente all’ospedale. Scegliendo la seconda avrebbe risparmiato tempo ma l’uomo era ormai impossibilitato a guidare. Così ha impostato la nuova destinazione e il sistema Autopilot ha percorso da solo circa 32km, fino a che Joshua ha ripreso il comando e ha percorso l’ultimo tratto verso l’ospedale.

Qui i medici lo hanno accolto e curato, spiegando che l’uomo ha avuto fortuna a non morire per l’embolia polmonare, ma Joshua Neally attribuisce parte di questa fortuna al fatto di essere stato alla guida della Tesla Model X che lo ha portato all’ospedale forse più velocemente di quanto avrebbe fatto un’ambulanza e sicuramente più in sicurezza di quanta ce ne sarebbe stata se avesse guidato lui, sommerso dal dolore.

Nonostante il problema di salute, lo statunitense è soddisfatto dell’esperienza che ha vissuto con la sua auto, perché si è reso conto che in caso di necessità, nel caso ad esempio in cui l’uomo perdesse i sensi, il pilota automatico sarebbe in grado di portare il conducente in sicurezza salvando la sua vita e di chi lo circonda.

Il protagonista di questa storia conclude con un commento sull’autopilota:

Non sarà perfetto, non c’è nessuna tecnologia che lo sia, ma penso che renda l’auto migliore e più sicura.

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Alessandro Luppi