Allarme famiglie italiane | Nelle loro case c’è una spia subdola e potentissima: sa tutto di tutti e invia info sul web

Come riescono a sapere tutto di noi

Siamo spiati in casa (Canva) - systemscue.it

Alcune applicazioni, si è scoperto che ci spiano, così da comunicare tutti i nostri dati alle aziende che possano profilarci.

Nella nostra vita quotidiana, siamo circondati da dispositivi tecnologici connessi a Internet: dai telefoni agli assistenti vocali, passando per smart TV, e telecamere di sorveglianza. E molti di questi, seppur utili, possono anche raccogliere informazioni su di noi, senza che ce ne accorgiamo.

Smartphone e computer, ad esempio, contengono microfoni e telecamere sempre attivi, i quali potrebbero esser sfruttati da aziende o hacker, per ascoltare conversazioni, e/o monitorare le nostre attività. Non a caso, alcune applicazioni raccolgono dati sulle nostre abitudini, e li condividono con terze parti a scopo pubblicitario.

Anche gli assistenti vocali come Alexa o Google Assistant, restano in ascolto, pronti a rispondere ai comandi; sebbene potrebbero registrare solo frammenti di conversazioni. E lo stesso vale per le smart TV, le quali analizzano i contenuti che guardiamo, mediante cui personalizzare le pubblicità.

Una sorveglianza dunque costante, ma che solleva dubbi sulla privacy, e sulla sicurezza dei nostri dati. Motivo per cui, esser consapevoli di siffatti rischi, e adottare misure di protezione – come il limitare le autorizzazioni delle app, o coprire le telecamere -, è fondamentale per difendere la nostra vita privata.

Dispositivi smart e privacy: cosa sappiamo

Un recente report dell’associazione inglese di tutela dei consumatori, “Which?”, ha acceso i riflettori sulle problematiche legate alla privacy nei dispositivi smart. Avendo, l’analisi in questione, preso in esame diversi apparecchi connessi a Internet: tra cui friggitrici ad aria, smartwatch, smart TV, e speaker intelligenti. E i risultati hanno evidenziato che nessuno dei dispositivi testati ha ottenuto un punteggio di privacy superiore al 51%, indicando quindi un livello di protezione dei dati, piuttosto basso. Oltre a esserci un aspetto fondamentale da chiarire: ovvero, che non sono i dispositivi stessi a spiarci, ma le applicazioni che li gestiscono.

Nel report, le friggitrici ad aria connesse son state giudicate negativamente, per quanto riguarda la tutela della privacy. Cosa la quale può sorprendere, poiché questi elettrodomestici non dispongono di microfoni, telecamere o GPS: eppure, tre marche analizzate – Aigostar, Xiaomi e Cosori – hanno proprio ricevuto punteggi inferiori al 50% ,nel “Privacy Score”. Confusione che ha portato molti a pensare che fossero proprio le friggitrici a raccogliere dati, mentre il problema risiede nelle loro applicazioni.

Di quali app dobbiamo dubitare
App che ci spiano (Canva) – systemscue.it

I veri responsabili

Le app utilizzate per controllare questi dispositivi, raccolgono  davvero una grande quantità di dati, che vengono poi inviati ai server delle aziende produttrici. Inoltre, molte di queste applicazioni contengono addirittura tracker pubblicitari, come quelli di Facebook e TikTok, i quali monitorano le abitudini degli utenti. E un aspetto importante è che le app analizzate non si limitano a gestire un solo elettrodomestico, ma fanno parte di un ecosistema parecchio più ampio. Come l’app Xiaomi Home, che controlla non solo le friggitrici, ma anche smart TV, sensori di temperatura, e speaker intelligenti, molti dei quali necessitano appunto di raccogliere dati proprio per funzionare correttamente.

Dal canto suo, Xiaomi ha risposto prontamente all’indagine, contestando le affermazioni di “Which?”, e minacciando azioni legali, così da proteggere la propria reputazione. Poiché l’azienda sostiene di rispettare le normative sulla privacy, come il GDPR, affermando che i dati degli utenti son archiviati secondo le leggi locali. Il dibattito, resta insomma aperto, ma la domanda è un’altra: i dispositivi smart, offrono vere comodità?