Airbnb, affitti brevi da incubo: come perdere 30.000€ per questo errore sulla piattaforma | Ti mandano in rovina
Alcuni problemi di nautura economica sono stati segnalati per gli affitti brevi per mettere il proprio appartamento online.
Negli ultimi anni, le piattaforme di affitti brevi, come Airbnb, Booking.com e Vrbo, hanno rivoluzionato il modo in cui le persone viaggiano e soggiornano lontano da casa. Grazie a queste applicazioni e siti web, è diventato possibile affittare un appartamento, una casa o anche una semplice stanza per periodi di tempo limitati, offrendo un’alternativa alle strutture alberghiere tradizionali.
La forza delle piattaforme di affitti brevi risiede nella loro capacità di mettere in contatto diretto i proprietari di immobili con i viaggiatori. Questa intermediazione digitale consente a chi possiede un immobile inutilizzato di trasformarlo in una fonte di reddito, offrendo al contempo ai turisti soluzioni spesso più economiche e personalizzate rispetto agli hotel.
I viaggiatori possono scegliere tra una vasta gamma di opzioni: appartamenti nel cuore delle città, case immerse nella natura o persino sistemazioni uniche come barche o castelli. Uno dei principali motivi del successo di queste piattaforme è la loro flessibilità.
I viaggiatori possono trovare una sistemazione in base alle loro esigenze di budget, posizione e comfort. Inoltre, le recensioni pubblicate dagli ospiti precedenti permettono di scegliere in modo consapevole e sicuro, riducendo il rischio di brutte sorprese.
Le criticità: un’arma a doppio taglio
Nonostante i numerosi vantaggi, le piattaforme di affitti brevi non sono esenti da critiche. Una delle principali problematiche è l’impatto sul mercato immobiliare. In alcune città, come Venezia, Barcellona o New York, l’aumento di immobili destinati agli affitti turistici ha ridotto l’offerta di case per i residenti, facendo lievitare i prezzi e contribuendo alla crisi abitativa.
Inoltre, il fenomeno ha spesso generato tensioni con le comunità locali. In molti quartieri, l’afflusso costante di turisti ha cambiato la fisionomia sociale, portando alla chiusura di attività tradizionali a favore di negozi e ristoranti pensati esclusivamente per i visitatori. Questo processo, noto come gentrificazione, ha alimentato proteste da parte di chi teme la perdita di identità culturale delle città.
Una scena caotica
Nel giugno 2023, una casa affittata tramite Airbnb a Saint-Viâtre (Loir-et-Cher) è stata trasformata in una scena di caos. L’affitto, inizialmente riservato a sette persone, si è trasformato in una festa con oltre 40 partecipanti, causando danni stimati in 28.000 euro. I proprietari, insospettiti da una telecamera che mostrava venti veicoli nel cortile, hanno annullato il contratto con Airbnb e inviato persone di fiducia per controllare la situazione.
Al loro arrivo, hanno trovato sconosciuti e una casa devastata, disseminata di rifiuti e 80 bombole di protossido di azoto (gas esilarante), sollevando sospetti sull’uso dell’immobile. La gendarmeria è intervenuta solo in serata, ma non sono seguiti procedimenti legali, lasciando i proprietari senza tutela concreta.