Addio ai chip: nuovi sensori wireless ridurranno l’impatto ambientale degli RFID

RFID e codice a barre (Depositphotos foto)

RFID e codice a barre (Depositphotos foto) - www.systemscue.it

Una nuova tecnologia potrebbe rivoluzionare il modo in cui usiamo i tag elettronici, offrendo un’alternativa più sostenibile.

Oggi, con tutta l’attenzione rivolta all’ambiente e alla necessità di tagliare gli sprechi, il mondo della tecnologia sta cercando di fare la sua parte. Un settore che da tempo fa discutere è quello degli RFID, quei piccoli tag che troviamo ovunque, dalla logistica ai negozi.

Pensate che ogni anno vengono prodotti oltre 10 miliardi di tag RFID, e la maggior parte di questi finisce per essere usata una sola volta prima di essere buttata. Il problema? Questi tag contengono microchip e altri componenti elettronici che non sono facili da riciclare, finendo così per aumentare la quantità di rifiuti elettronici nelle discariche. Non proprio il massimo per l’ambiente.

Ma non è solo una questione ecologica. Anche dal punto di vista economico, le aziende spendono un sacco di soldi per questi tag monouso. Inoltre, non sono sempre affidabili: cambiamenti di temperatura o umidità possono compromettere il loro funzionamento. Quindi, non solo inquinano, ma possono anche causare problemi pratici e ulteriori costi.

Per fortuna, la ricerca non si ferma e sta cercando di trovare alternative più green. La nuova generazione di sensori wireless promette di essere non solo più sostenibile, ma anche più versatile. E ora sembra che qualcuno abbia trovato la soluzione giusta.

Sensori intelligenti senza microchip: ecco la novità

Un gruppo di ingegneri dell’Università di Glasgow ha messo a punto un nuovo tipo di tag wireless che non ha bisogno di microchip. Sì, avete letto bene. Niente più chip, ma solo materiali semplici come bobine economiche e un mix di PDMS (un tipo di gomma siliconica) e fibre di carbonio. Questi tag funzionano assorbendo segnali elettromagnetici da un lettore portatile tramite onde radio. E le bobine? Sono pure più piccole di quelle delle carte di credito.

La cosa interessante è che questi sensori non servono solo a identificare oggetti, ma possono anche misurare la temperatura in tempo reale. E il bello è che si possono leggere con dispositivi che costano meno di 100 sterline. Insomma, economici e facili da usare. E possono gestire anche più letture contemporaneamente, il che li rende perfetti per tenere sotto controllo intere catene di distribuzione.

Tag elettronici (Depositphotos foto)
Tag elettronici (Depositphotos foto) – www.systemscue.it

Imballaggi smart e salute: le applicazioni sono infinite

Questi nuovi tag potrebbero essere il futuro degli imballaggi intelligenti. Oltre a misurare la temperatura, potrebbero monitorare parametri come il pH o l’umidità, avvisando in tempo reale quando il cibo rischia di deteriorarsi o di contenere batteri dannosi. E non è tutto: sono velocissimi a registrare i cambiamenti di temperatura, impiegano solo pochi secondi. Questo li rende ideali per l’industria alimentare e quella medica. Ma le potenzialità non finiscono qui. Questi tag sono così flessibili e leggeri che potrebbero essere integrati nei vestiti o nei dispositivi medici per monitorare i parametri vitali delle persone senza essere invadenti.

Secondo il Dr. Mahmoud Wagih, uno degli autori dello studio, eliminare i microchip non solo riduce l’impatto ambientale, ma abbassa anche i costi, rendendo questi sensori una scelta super interessante per tantissimi settori. I test hanno dimostrato che questi sensori possono rilevare temperature che vanno dai 20°C ai 110°C, ma il range tra i 20°C e i 60°C è quello dove danno il meglio di sé, perfetto per il settore alimentare e sanitario. Il Dr. Benjamin King, co-autore della ricerca, ha aggiunto che i materiali usati sono economici e facili da reperire, e il processo di produzione è semplice e scalabile. Tutto questo potrebbe aiutare a diffondere su larga scala questa tecnologia e ridurre finalmente l’inquinamento causato dai tag RFID monouso.